Ridurre la disoccupazione e incentivare l’occupazione giovanile. Sono gli obiettivi che il Governo si propone di raggiungere nel più breve tempo possibile, come spiega anche ministro del Lavoro Enrico Giovannini, nel corso di un colloquio con Repubblica: “Faremo in modo che la disoccupazioni calo dell’8%, portandola al 30% dai livelli record attuali”.
“Al piano lavoro, precisa Giovannini, verranno destinati tra i 10 e i 12 miliardi di euro, se non di più”. Prima di definire nel dettaglio il pacchetto giovani, il governo ha deciso di sentire le parti sociali: “E’ un incontro per ascoltare e per ragionare insieme. Non una trattativa”, ripete il ministro del Lavoro. Giovannini, scrive Repubblica, insiste nel parlare di “manutenzione”, non di una nuova riforma della legge Fornero. Intende muoversi nel solco della legge ‘92, monitorando gli effetti della legge, come questa stessa prevede.
“Ci sono interventi costosi, altri no. E per quelli che costano bisognerà aspettare le conclusioni del Consiglio europeo di giugno”, spiega Giovannini. Tra i secondi ci sono le correzioni ai contratti a termine, con l’ipotesi di tornare ai vecchi intervalli sulla quale il governo è favorevole. C’è poi “l’idea”, come continua a dire Giovannini, della staffetta anziani-giovani sul posto di lavoro. Ma è un’idea che costa, osserva ancora il quotidiano, perché il lavoratore anziano andrebbe in part time e per non perdere i contributi pieni avrebbe bisogno di una integrazione da parte dello Stato.
Frenata, invece, come ha ripetuto lo stesso ministro parlando al Senato, sull’ipotesi di ridurre il costo del lavoro sui giovani assunti. Studi fatti all’estero, ripete il ministro, “ci dicono che devono realizzarsi diverse condizioni perché abbiano effetto”.
E aggiunge: “Non è detto che in questa fase economica questa sia necessariamente una priorità”. Piuttosto il governo punta sulla riforma dei centri per l’impiego, perché “bisogna prendersi cura dei giovani”. Infine riaprirà il cantiere delle pensioni, per rendere più flessibile l’uscita dal lavoro prima dell’età pensionabile ma con penalizzazioni proporzionali.