La richiesta di condanna del pubblico ministero Ilda Boccassini, per il processo Ruby, è di sei anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici: in aula l’arringa dei difensori del Cavaliere. Il legale dell’ex premier ha sferrato un duro colpo ai magistrati accusandoli di essere eccessivamente vicini alla Procura. A parlare è stato l’avvocato Niccolò Ghedini che ha contestato gli elementi fondanti delle tesi dell’accusa a partire dal metodo. Il legale ha definito “prevenuti” i giudici davanti ai quali si celebra il processo. “Nel corso di questo processo – ha dichiarato – ho avuto l’impressione di ingenerare un certo qual fastidio nei confronti dei giudicanti”. “Analogo fastidio – ha continuato Ghedini – non sembra ingenerare nei giudici la Procura della Repubblica”. In più è lo stesso avvocato che ha chiesto di acquisire i verbali delle dichiarazioni rese da Karima El Mahroug nel processo a Nicole Minetti, Emilio Fede e Lele Mora.
“Stratosferica e straordinaria”, queste sono le parole che Ghedini ha dichiarato in riferimento alla richiesta della Boccassini, “non sono state concesse le attenuanti generiche all’ex premier perché gli avvocati hanno sentito dei testimoni ad Arcore”. “La Procura dimentica – ha incalzato il legale – che Arcore è un grande complesso di edifici e, da una decina di anni, sia io che Piero Longo abbiamo uno studio di appoggio, tanto è vero che nelle assunzioni testimoniali appare il nome di una nostra segretaria”.
“Silvio Berlusconi – ha detto Ghedini riferendosi al pranzo di Villa Madama – ha parlato di Ruby ad un pranzo ufficiale. Questo vuol dire che aveva l’assoluta convinzione che fosse egiziana”. Inootre secondo la difesa di Berlusconi al Processo Ruby, “la concussione non sussiste, Berlusconi va assolto”. “L’ex premier era convinto che la ragazza fosse egiziana. La soluzione deve essere l’assoluzione perché il fatto non sussiste”. E’ la richiesta dell’avvocato Niccolò Ghedini per il suo assistito Silvio Berlusconi, durante la sua arringa al processo “Ruby” in corso davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, riferendosi al reato di concussione contestato all’ex premier insieme con quello di prostituzione minorile
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