È giunta puntuale, come le lancette di un orologio svizzero, la sentenza del processo Eternit. La Corte d’Appello di Torino ha condannato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, ex manager dell’Eternit a 18 anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione di cautele antinfortunistica. In primo grado la condanna era stata di 16 anni. Per quel che riguarda l’altro imputato, il barone belga Louis De Cartier, i giudici si sono pronunciati direttamente per l’assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dello stesso imputato per gli altri. La lettura del dispositivo, che si preannuncia piuttosto lunga, è proseguita con l’elenco dei risarcimenti alle numerose parti civili. Soddisfazione espressa da legambiente attraverso le parole di Cogliati Dezza: ”Le bonifiche in molti casi o non sono partite proprio o sono ancora nella fase di messa in sicurezza. Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo liberarci dall’amianto quanto prima e evitare che la strage possa continuare per troppo tempo nel futuro. Purtroppo i dati sanitari dell’Inail ci dicono che nel nostro Paese gli effetti dell’esposizione all’amianto sono destinati a crescere fino al 2020 e le stime indicano alcune decine di migliaia di casi nei prossimi anni“.
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