Pentito ‘ndrangheta sparisce, poi ritratta

Nella lettera, a quanto appreso, il pentito Lo Giudice scrive di voler ritrattare tutte le accuse perché frutto,dice,  “di pressioni di alcuni magistrati della Dda”. Lo Giudice esclude di essere o di conoscere il regista degli attentati del 2010 alla Procura generale ed alla casa del pg Di Landro di cui si era accusato. ‘Mio fratello Luciano – scrive il pentito Nino Lo Giudice nella lettera – ha resistito a quelle pressioni, mentre io non ci sono riuscito”. L’avvocato Francesco Calabrese, nel processo Meta, difende il boss Pasquale Condello, arrestato nel 2008 dopo una latitanza protrattasi per 18 anni. La lettera è contenuta in un plico in cui si trova anche una pen drive con immagini di Lo Giudice mentre legge la missiva.

Nino Lo Giudice, nella lettera che ha fatto consegnare all’avvocato Calabrese, chiede anche di non essere cercato. “Tanto – dice – non mi troverete mai”. Quando è scomparso mercoledì scorso, Lo Giudice si trovava nella località protetta in cui stava scontando agli arresti domiciliari la condanna a sei anni e quattro mesi comminatagli per gli attentati alla Procura generale di Reggio ed alla casa del pg Di Landro di cui si era autoaccusato ed ai quali, adesso, si dice estraneo.

Il pentito, scomparso mercoledì, ha scritto una lettera ad un avvocato, Francesco Calabrese. La missiva è stata consegnata al penalista dal figlio di Lo Giudice nell’aula del Tribunale di Reggio Calabria in cui è in corso il processo Meta. Il contenuto della lettera è stato secretato.

“Il pentito Lo Giudice si dice manovrato da una ‘cricca di burattinai’, un gruppo di magistrati impegnati in una guerra tra due opposte fazioni”. Lo ha detto, incontrando i giornalisti, l’avvocato Giuseppe Nardo, al quale Lo Giudice ha fatto pervenire lo stesso plico che aveva fatto consegnare, nell’aula del Tribunale di Reggio Calabria, ad un altro penalista. “Nel memoriale di Lo Giudice – ha aggiunto Nardo – sono indicati i nomi dei magistrati Pignatone, Ronchi e Prestipino e del funzionario di polizia Cortese”.

Lo Giudice ha inviato il plico anche all’avvocato Nardo perché è il difensore di Antonio Cortese, una delle persone indicate dal pentito come gli esecutori materiali degli attentati del 2010. “Nel plico che ho ricevuto – ha detto Nardo – è contenuta una scheda di memoria con un video e un audio in cui il pentito Lo Giudice conferma il contenuto dello stesso memoriale. Lo stesso Antonino Lo Giudice mi ha chiesto di diramare il contenuto del suo memoriale, che, per quanto mi riguarda, ritengo sconvolgente”.

(Ansa)

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