Detenuti non pericolosi da distribuire in caserme dell’esercito. Avanti con la depenalizzazione delle pene sostituita da sanzioni amministrative. E via libera allo ‘svuota carceri’ che non si fermerà a 3-4 mila detenuti. Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, in una intervista rilasciata a ‘la Repubblica’, traccia le linee della nuova giustizia italiana. Almeno quella che lei vorrebbe. Senza dimenticare, però, che domani inizia, con la decisione della Consulta su Mediaset, la settimana dei processi di Berlusconi. Ma il guardasigilli non si dice preoccupata sulla tenuta del governo. “Sicuramente andiamo incontro a un momento molto delicato. Ciononostante sono serena, perché – spiega il ministro – penso che questo governo è nato dalla volontà di fare cose utili per il Paese in un momento di straordinaria difficoltà. Ritengo predomini la necessità di dare risposte ai cittadini, affrontando le tematiche più urgenti e più pressanti per loro che ci impongono di andare avanti comunque”. Rispetto all’occupazione dei deputati pidiellini del Tribunale di Milano, ora le cose sono, apparentemente, cambiate. Anche se il Cav da subito ha spinto per un governo di larghe intese promettendo di non farlo mai cadere, non si possono escludere colpi bassi. Ma l’aspetto più importante dell’intervista rilasciata dal ministro Cancellieri a ‘la Repubblica’ riguarda il problema delle carceri. E leggendo le parole del guardasigilli non è da escludere che, proiettate in un futuro imminente, siano propedeutiche ad un provvedimento di amnistia. Innanzitutto assicura che la manovra svuota carceri non si esaurisce in 3-4mila posti in più. La nuova parola d’ordine è depenalizzazione delle pene a favore di sanzioni amministrative. E utilizzo delle caserme per detenuti non pericolosi. “Bisogna depenalizzare perché in Italia chi dà in autobus false generalità rischia fino a sei anni, la stessa pena di chi stampa moneta falsa. Servono sanzioni amministrative”, dice il ministro nell’intervista. “Poi bisogna puntare sulle misure alternative, perché chi commette un reato non grave non deve per forza finire in carcere. Io, come cittadino, sarei più contenta se chi imbratta i muri li ripulisse, piuttosto che vederlo in prigione”. Anche perché in Italia ci sono 47mila posti per 66mila detenuti: “i letti non bastano più – dice la Cancellieri – servono carceri alternative per chi non è pericoloso in cui il detenuto possa lavorare e svolgere attività sociale”. Ed ecco la novità. Il ministro sta lavorando al progetto di creare un circuito di detenuti non pericolosi da sistemare in caserme distribuite in varie regioni. Ne sarebbero state già individuate, su tutto il territorio nazionale, una decina da ristrutturare in tempi rapidi. E, assicura, “senza grossi investimenti”.
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