Le indagini svolte dopo i vasti incendi boschivi, che hanno causato un alto tasso di inquinamento nella città di Singapore e Malaysia, ha portato all’arresto di due proprietari terrieri. La polizia indonesiana ha riferito di alcune indagini in corso su otto aziende, sospettate di essere malesiane, che potrebbero aver appiccato il fuoco per disboscare a costi inferiori le loro concessioni. Le organizzazioni ambientaliste puntato il dito contro le aziende di pasta da carta e le piantagioni di palma da olio, ritenute le principali responsabili dei roghi. Accuse smentite dalle società. L’estesa nuvola di fumo causata dagli incendi boschivi continua oggi ad alimentare un livello di inquinamento mai visto negli ultimi 16 anni nel sud della vicina Malaysia, dove ieri è stato dichiarato lo stato di emergenza. Diverse scuole sono rimaste chiuse e l’indice di inquinamento nella capitale Kuala Lumpur ha toccato oggi il livello 200, ritenuto “molto pericoloso per la salute”. A Singapore, dove venerdì scorso erano stati denunciati livelli “pericolosi” di inquinamento, oggi la popolazione è tornata a respirare grazie a venti propizi.
Tags incendio boschivo inquinamento malaysia singapore smog
Riprova
Conferenza sulla solidarietà europea ad Arad, Romania
Per due giorni, il 4 e 5 settembre, la città di Arad, sita nell’ovest della …