E’ ancora caos in Egitto. Questa mattina fonti di sicurezza avrebbero sparato contro i sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi che manifestavano di fronte a una caserma della Guardia Repubblicana al Cairo, provocando la morte di 51 persone , secondo la tv satellitare al-Jazeera, e il ferimento di circa 435. La fonte, citando il parlamentare di Fratelli Musulmani Mohamed Ibrahim El-Beltagy, parla di un vero e proprio massacro. Su twitter il portavoce dei Fratelli musulmani Gehad el-Haddad riferisce anche di “notizie su cinque minori, tra i quali due bambini” uccisi nel raid dei militari. I militari, invece, giustificano il loro intervento come un tentativo di sedare l’attacco di un “gruppo terroristico” alla caserma, nel quale uno dei loro è rimasto ucciso e altri 40 sono rimasti feriti.
Gehad el-Haddad, portavoce della Fratellanza, rivela che militari e la polizia sono arrivati all’improvviso alle 3.30 in piazza e hanno cominciato a usare lacrimogeni e armi da fuoco per disperdere un sit-in “pacifico” di sostenitori del presidente Mohamed Morsi.
Zeyad Baha Eddin probabile nuovo premier ad interim. Intanto l’economista socialdemocratico, Zeyad Baha Eddin, viene indicato come il probabile nuovo premier ad interim. Secondo quanto ha riferito un portavoce della presidenza, il premio Nobel El Baradei, il cui nome era emerso come possibile premier, sarà invece nominato vice presidente ad interim. Baha Eddin, avvocato laureato a Oxford, è stato a capo dell’authority finanziaria egiziana negli anni del regime di Hosni Mubarak durante il periodo di liberalizzazione economica, ma si è dimesso prima che Mubarak venisse deposto. Intanto decine di migliaia di persone sono radunate a piazza Tahrir per difendere la “legittimità del popolo” e mostrare il loro sostegno alla decisione dell’esercito a deporre Mohamed Morsi. Mentre la piazza è ricoperta da bandiere, nel cielo volteggiano aerei da caccia, lasciando alle loro spalle un fumo con i colori del vessillo egiziano. Parallelamente, in altre zone del Cairo, gli islamisti, i seguaci di Morsi continuano a mobilitarsi per difendere la “legittimità” del loro capo di Stato deposto.