Stop lunedì per medici, veterinari e operatori della sanità pubblica, che hanno proclamato 4 ore di sciopero all’inizio di ogni turno. Un vero e proprio disagio per migliaia di pazienti. Sono circa 500mila le visite specialistiche e 30mila gli interventi programmati che salteranno. Nella mattinata del 22 luglio, avrà luogo anche un sit-in al ministero dell’Economia, contro la mancanza di risorse e il blocco del contratto, fermo dal 2009.
Protesta dunque per 115.000 medici e veterinari, oltre ai 20.000 dirigenti e amministrativi, tecnici e professionali dipendenti del Servizio sanitario, e anche i medici in formazione specialistica. Rimandati, quindi, gli interventi programmati e le visite ambulatoriali, mentre saranno garantite le emergenze.
Stop anche alle macellazioni, che riguardano ogni giorno migliaia di bovini, ovini e suini. Il motivo principale della protesta, come hanno spiegato i sindacati in una conferenza stampa, è il contratto, bloccato dal 2009 e a rischio di rimanere tale ancora a lungo. “Non è una questione di soldi – ha spiegato Costantino Troise, segretario dell’Anaao, parlando a nome dell’intersindacale – anche se dal 2009 ad oggi abbiamo perso quanto ogni italiano ha accumulato in debito pubblico, ma di regole e prerogative sindacali che consentono di contrattare le condizioni di lavoro” che sono saltate. E ora il governo, ha ricordato, “mira invece a prorogare fino al 2014 il blocco in vigore senza escludere un rinvio a tempi indeterminati”. Tra le ragioni che hanno spinto il comparto allo sciopero la difesa del sistema sanitario, la stabilizzazione dei precari e l’occupazione dei giovani, la riforma della formazione medica pre e post laurea, l’esigenza di una legge specifica sulla responsabilità professionale, il diritto a contratti e convenzioni e il ripristino delle prerogative sindacali, la definizione di livelli essenziali organizzativi e la progressione di carriera sottratta alla politica e ai tagli linea.