Belgio, Alberto II abdica in favore del figlio Philippe

Non poteva che essere un appello all’unita’ nazionale l’ultimo discorso di Alberto II, ‘re dei belgi’ e non di quel Belgio sempre sull’orlo della scissione. E proprio in qualità di re sia dei fiamminghi che dei valloni, nelle sue ultime parole prima di lasciare il trono al figlio Philippe, ha chiesto ai suoi sudditi aiuto e sostegno per il futuro sovrano, su cui gravano già forti dubbi di competenza e che finirà presto in pasto ai fiamminghi che vogliono togliere tutti i poteri alla corona.

”Sono convinto che mantenere la coesione del nostro Stato federale e’ di vitale importanza, non solo per la qualita’ della nostra vita insieme ma anche per la preservazione del nostro benessere come Paese”, ha detto il monarca che lascia per ”età e stanchezza”, pronunciandosi nel tradizionale discorso alla vigilia della festa nazionale del 21 luglio, che coincide quest’anno con i 20 anni del suo regno, anniversario non a caso scelto per lasciare il suo posto al figlio.

Il messaggio e’ soprattutto rivolto ai fiamminghi, cioe’ a quel 60% di popolazione belga che negli ultimi anni ha votato sempre di piu’ per il partito estremista che vuole la secessione (N-VA, nuova alleanza fiamminga). La sua ascesa rese complicatissima la formazione di un governo due anni fa, tanto che il Belgio resto’ senza esecutivo per un anno e mezzo prima che il re e l’attuale premier Elio Di Rupo trovassero un compromesso tra tutti i partiti.

”Il Belgio non è mai stato facile da governare, per questo serve senso del compromesso costruttivo”, ha detto oggi. Il rischio e’ che nelle elezioni del 2014 il partito indipendentista fiammingo acquisti ancora piu’ forza, rendendo praticamente inevitabile la scissione che il Paese ha gia’ rischiato due anni fa. Per questo il re ha chiesto anche l’aiuto della popolazione, da sempre scettica sulle capacita’ del figlio, perche’ dimostrino al futuro sovrano ”sostegno e collaborazione”. Philippe, 53 anni, e’ da sempre considerato poco capace a gestire gli affari interni, tanto che finora il padre l’ha tenuto lontano dal Paese e dalle critiche e l’ha spedito all’estero a curare gli interessi del Belgio. Ma da domani alle 13, quando prestera’ giuramento davanti a Camera e Senato riuniti, dovra’ vedersela con gli squali del N-VA che da mesi hanno avviato una feroce campagna contro la monarchia che secondo loro dovrebbe solo occuparsi di organizzare le feste a corte ma non dovrebbe mettere bocca nelle questioni di governo.

 

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