“Occorre realizzare una forte coesione di intenti in ordine a obiettivi condivisi, superando con coraggio e senso della responsabilità comune anche sentimenti di sfiducia che si possono affacciare”. E’ l’auspicio espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un lettera inviata al presidente dei giovani di Confindustria Jacopo Morelli in occasione del congresso in corso a Capri.
Una delle “preoccupazioni più forti è rappresentata dalla condizione di sottoutilizzazione delle grandi potenzialità presenti nelle giovani generazioni, in termini di professionalità, di capacità intellettuali e di spirito di intrapresa”, ha scritto Napolitano. “Tale situazione è particolarmente grave nel Mezzogiorno” e “il superamento di questa condizione di disagio costituisce la principale sfida da vincere per restituire ai giovani il diritto a essere protagonisti nella costruzione del proprio futuro e insieme per l’affermazione di condizioni durature di crescita economica e sociale di tutto il Paese”, ha aggiunto il presidente della Repubblica. “Per questo obiettivo devono impegnarsi fattivamente tutte le istituzioni nazionali e locali, in un confronto costruttivo con le rappresentanze del mondo produttivo, a partire – conclude il capo dello Stato – da quelle che esprimono più direttamente l’impegno dei giovani nelle imprese”.
Le preoccupazioni avanzate dal Capo dello Stato sono fatte proprie dal presidente dei giovani industriali jacopo Morelli che parla di un crescita ‘pari a zero’ per l’Italia nel 2012. “La nostra crisi è ancora più forte di quella globale” e “la situazione attuale sta tutta in tre numeri: 120, 27, 0. 120 come debito pubblico, 27 come tasso disoccupazione giovani, 0 come stima crescita per2012”.
“Non abbiamo invitato politici nazionali sul palco perché la politica deve passare, a questo punto, dal dire al fare, dagli annunci all’azione e la crisi c’è perché c’è inerzia”. Ma da Capri non giungono alla politica italiana solo accuse giuste e sensate. L’immobilismo viene sfidato con proposte e idee che i politici romani non fanno altro che rimandare. “Occorre innalzare l’età pensionabile a 70 anni – è la proposta di Morelli – escludendo i lavori usuranti, abolire le pensioni di anzianità, equiparare da subito il sistema per uomini e donne”. E il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, Jacopo Morelli, nella sua relazione al XXVI convegno di Capri incalza la politica ed il governo sostenendo che servono “riforme, riforme, riforme”.