“Il ministro Bonino non ha mai pensato di dimettersi”. La Farnesina chiarisce ogni dubbio ,spiegando che la vicenda Ablyazov, non avrebbe spinto il ministro Bonino a lasciare il suo incarico”.
Madina Ablyazov: “Ringrazio ministro Esteri italiano”. “Desidero ringraziare il Ministero degli Affari Esteri italiano per gli sforzi che ha fatto, e che continua a fare, nell’interesse di mia madre e mia sorella e sono anche consapevole dell’impegno personale del ministro Bonino, certa che sta facendo il possibile per trovare una soluzione diplomatica per il rientro di mia madre e di mia sorella”. E’ quanto ha affermato , Madina Ablyazova, figlia di Alma. “I difensori della mia famiglia sono stati ricevuti presso il Ministero degli Affari Esteri italiano in più occasioni per parlare delle conseguenze internazionali dell’espulsione”, prosegue Madina nella dichiarazione, precisando che “i funzionari del ministero hanno ascoltato con attenzione le preoccupazioni della mia famiglia, hanno esaminato i documenti ufficiali inerenti l’espulsione e hanno interloquito con le autorità in Kazakhstan”. “Sono anche consapevole – aggiunge – dell’impegno personale del ministro Bonino e sono certa che sta facendo il possibile per trovare una soluzione diplomatica per il rientro di mia madre e di mia sorella dal Kazakhstan, e per il quale ribadisco il ringraziamento e il riconoscimento della mia famiglia”.
“Una cauzione e garanzie. Così Alma Shalabayeva può tornare in Italia”. Sono queste le condizioni per l’eventuale rientro nel nostro Paese di moglie e figlia del dissidente Mukhtar Ablyazov poste dal governo kazako, che ha risposto a una serie di domande fatte pervenire nei giorni scorsi dal Corriere della Sera al primo ministro Serik Akhmetov.
“Dal punto di vista legale – fa sapere Astana, – la possibilità di un ritorno di Alma Shalabayeva e di sua figlia in Italia non si esclude. Per questo la signora deve rivolgersi agli organismi competenti kazaki con la richiesta di consentirle la libera circolazione anche all’estero, dietro cauzione. In questo caso alla Repubblica del Kazakistan occorreranno garanzie da Roma”. Ovvero “che in futuro la signora si presenti davanti a un ente di persecuzione penale del Kazakistan qualora ce ne fosse bisogno”. In Kazakistan “le indagini stanno verificando”, si spiega, se Alma Shalabayeva sia “coinvolta in delitti legati a tangenti pagate a ufficiali del servizio di migrazione e di giustizia della regione di Atyrau per fabbricazione illegale e rilascio di passaporti, anche a nome di A.Shalabayeva e di sua figlia. Con la sentenza del 4 luglio i colpevoli sono stati condannati”.
Quindi, spiega Astana, “è stata temporaneamente adottata la misura dell’obbligo di dimora: è completamente libera di circolare per la città di Almaty e di comunicare con chi vuole”. “Non viene assolutamente sottoposta a torture, trattamenti crudeli, disumani, umilianti o a punizioni”. Per le indagini comunque “ci vorrà altro tempo perché si attendono le risposte a richieste di rogatoria internazionale”.