Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu decide di non decidere e chiede solo “chiarezza” sull’accusa di uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco e “accoglie la determinazione del segretario generale, Ban Ki Moon, ad assicurare un’indagine pronta, approfondita e imparziale”. Una presa di posizione al ribasso, di ‘compromesso’ poiché, viste le divisioni tra i paesi occidentali da una parte e Cina e Russia dall’altra, il Consiglio non ha richiesto, con fermezza, un’inchiesta ma solo una indagine. Troppo poco per capire cosa effettivamente sta succedendo in Siria. Fonti diplomatiche aggiungono che, a causa dei combattimenti, potrebbe essere difficile per gli ispettori dell’Onu presenti nel Paese raggiungere il luogo dove sarebbe avvenuto l’attacco con il gas nervino. L’accusa di utilizzare armi chimiche contro la popolazione è stata smentita dal regime secondo cui si tratta di un complotto per influenzare gli ispettori.
Nuovi bombardamenti. Intanto continuano i bombardamenti sui sobborghi ad est di Damasco. I militari del presidente siriano Bashar al-Assad hanno bombardato all’alba i sobborghi della capitale che sono sotto il controllo dei ribelli. Lo hanno riferito fonti degli stessi ribelli citate dalla tv satellitare al-Jazeera. I sobborghi colpiti negli attacchi di oggi, tutti a est di Damasco, sono Joba, Zamalka e Qaboun, raggiunti da razzi e colpi di artiglieria pesante.
Le reazioni Ue. Per Parigi se il consiglio di sicurezza dell’Onu non fosse in grado di prendere una decisione sui presunti attacchi con armi chimiche in Siria, le decisioni, come spiega in tv il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, dovrebbero essere prese “in altri modi”. Aggiungendo, però, che “non è in discussione di mandare truppe sul campo”. Emma Bonino, sul presunto attacco chimico delle forze siriane nella zona di Damasco, che secondo l’opposizione avrebbe causato oltre 1.300 morti, chiede chiarezza. “E’ importante riuscire a fare chiarezza – dice in una intervista al programma di RadioUno ‘Prima di Tutto- anche perché il regime e i russi ne danno tutt’altra versione, più o meno interessata; da subito ci siamo mossi perché gli ispettori dell’Onu che sono a Damasco siano autorizzati ad un’immediata inchiesta su questo episodio, è importante capire da un’organizzazione terza quale sia la reale situazione e cosa sia veramente successo”. L’Ue, ha aggiunto, “si è mossa perché gli ispettori Onu presenti a Damasco siano autorizzati ad una inchiesta immediata, perché la gravità dell’episodio non sfugge a nessuno, ed è importante capire da un’organizzazione terza cosa è successo”.