Al di là di ogni considerazione c’è un dato di fatto, incontrovertibile. la Red Bull può solo perderlo il campionato. Poi si può analizzare il fattore pioggia, errori ai box o valutazioni errate nelle qualifiche. Massa, duole scriverlo, non riesce ad imporsi e resta sempre nel limbo dei piloti senza infamia e senza lode. Alonso è un cavallo di razza e a forza di spintoni cerca di mettersi il luce ma nulla può contro lo strapotere della vettura di Vettel che senza sforzi è sempre il primo a tagliare il traguardo. Anche nel Gp del Belgio il campione del mondo iridato giunge per primo il traguardo, alle sue spalle Alonso che vede sempre più allontanarsi la possibilità di vincere il mondiale. E’ bravo, encomiabile ma alla fine arriva sempre dietro il pilota Red Bull e di certo non possiamo imputargli alcuna responsabilità se non quella di correre con una macchina che è inferiore a quella del pilota tedesco. Detto questo e crediamo sia difficile smentirci, siamo qui a raccontare l’ennesima ‘passeggiata’ del leader della classifica piloti che ha sofferto, si fa per dire, il ritorno del ferrarista, giunto sino a sei secondi di distacco, per poi riprendere il largo e correre, indisturbato in testa, per tutta la gara. Adesso i punti di distacco sono l’equivalente di due vittorie di gran premi, abbastanza per pensare di aver vinto ancora una volta il mondiale. Per lo spagnolo la magra consolazione di aver agganciato il secondo posto, partito nono, e di aver scavalcato in classifica Hakkinen e di essere quindi secondo alle spalle di Vettel. Taglia il traguardo Vettel, podio per Alonso ed Hamilton. Quarto Rosberg, poi Button, Webber e Massa.
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