“Caro papa Francesco, posso chiamarti papà?”: i bambini delle periferie scrivono a Bergoglio

“Caro papà Francesco, mia sorella mi ha detto che devo chiamarti Papa perché sei una persona importante, ma io non so cosa significa Papa e allora ti chiamo papà…”. E’ l’ingenuità toccante di un bambino che, a dispetto di una vita che gli ha già tolto tanto, guarda ancora al futuro con il sorriso. Ha solo 11 anni Vasile S., orfano di padre e di madre, e scrive a papa Francesco una lettera che sarà consegnata domani al pontefice, al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, assieme ad altri messaggi e disegni di bambini delle ‘periferie’ sociali e geografiche d’Europa, dal Consiglio delle Conferenze Episcopali europee. “Ora la mia mamma non c’è più, perché delle persone cattive le hanno fatto del male – racconta ancora Vasile – Voglio dirti che ogni giorno vengo a mangiare in una cucina che ha il tuo nome, ‘Papa Francesco’ perché un prete ci ha raccolti dalla strada dove vivevamo qui a Chisinau, ci ha dato una casa dove dormire e mangiamo quello che lui cucina nella tua casa, perché dove mangio c’è scritto ‘Papa Francesco’, quindi è casa tua. Sono contento, anche se mi hanno rubato la mamma: ho trovato una casa, la tua cucina, tanti amici, questo prete e tutti insieme andiamo a scuola, siamo puliti e ho anche una bicicletta”. Il piccolo Vasile rivolge poi una richiesta personale a Francesco: “Per favore, mi mandi una tua fotografia, così l’appendo dove dormo e anche io posso dire che ho un papà? Ti prometto – è lo ‘scambio’ innocente proposto dal bambino moldavo – che se mi mandi una tua foto io farò i compiti”. Da parte sua, però, arriva anche un regalo per il Papa: “Ho fatto una piccola croce per te. Vedi? C’è un bambino sulla croce che ride, perché l’uomo prete ci dice sempre che anche quando si soffre bisogna sorridere!”. Il libro contiene diversi messaggi, lettere, disegni, inviti dei bambini per Papa Francesco. Il francese Clement, 8 anni, ha illustrato un invito personale a Jorge Mario Bergoglio per venire in visita a Rennes, con tanto di percorso tratteggiato in cartina da Roma fino alla città del nord-ovest francese. Jef, 10 anni, padre olandese e madre filippina, chiede l’intervento di Jorge Mario Bergoglio perché si dice preoccupato per il futuro di sei ‘cose’: “gli animali, l’ambiente, la fede, la natura, i poveri e… il calcio”, ben conoscendo la passione sportiva di Francesco. Daniela di 12 anni, italiana che vive a Istanbul, invita il pontefice a venire in Turchia perché ha fatto la prima comunione con papa Benedetto XVI e ora vuole prendere l’eucarestia con papa Francesco. “La mia vita è cominciata qui”, scrive riferendosi al disegno che mostra una barca con la scritta “Chiesa”. E poi confessa al Santo Padre: “Io canto per te”. La pubblicazione, che domani sarà consegnata a Francesco, raccoglie disegni e messaggi per il Papa da parte di bambini e bambine che abitano nelle periferie delle città europee di ognuno dei 42 Paesi del Vecchio Continente: il più piccolo di loro è il greco Joseph di 5 anni. “Leggendo le parole e osservando i disegni – scrive nella prefazione monsignor Duro Hranic, l’arcivescovo croato alla guida della Ccee – emerge una Chiesa autentica e giovane, semplice perché attaccata alla verità del Vangelo, unita intorno al suo Papa”.

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