Nelle ore precedenti la decisione della Giunta per le Elezioni di palazzo Madama sulla decadenza da parlamentare di Silvio Berlusconi e la ventilata crisi di governo dall’Europa arriva l’ennesima richiesta di ‘stabilità politica’. Questa volta è il turno del vicepresidente della Commissione Ue e commissario agli Affari economici, Olli Rehn, a Roma per una audizione in commissione Bilancio alla Camera, che a chiedere di non fare cadere il governo guidato da Enrico Letta. “In Italia l’incertezza politica frena gli investimenti”, tuona il commissario Ue che boccia la decisione di abolire l’Imu sulla prima casa. Questa scelta “ha suscitato e suscita preoccupazione per lo spostamento del carico fiscale” perché va nella direzione opposta rispetto alle raccomandazioni del Consiglio Ue. “La service tax invece – sottolinea il vicepresidente della Commissione Ue – se configurata bene, potrebbe essere coerente con le nostre indicazioni ma dipende dalla configurazione” e “sarà nostro dovere verificare” il nuovo tributo. “L’Italia – ha chiesto Rehn – onori gli impegni assunti in Europa: la stabilità di bilancio fondamentale per consentire al Paese una riduzione costante del debito pubblico e intraprenda un percorso di crescita sostenibile” visto che “i dati sul pil del Paese sono deludenti”. E L’Italia “non è in linea sul pareggio strutturale di bilancio”. Al momento, “la procedura di deficit eccessivo è chiusa” ma, assicura Rehn, se il paese sforasse di nuovo il tetto del 3% del deficit-pil, la Commissione europea “dovrà riaprire la procedura per deficit disavanzo”. Il commissario ha ribadito che “i dati deludenti sul pil, una disoccupazione troppo elevata e condizioni del credito ancora troppo rigide, soprattutto per le piccole e medie imprese, costituiscono un collo di bottiglia che ostacola la crescita”. Quella del Commissario Ue è una vera propria tirata di orecchie a Roma. “La Spagna e l’Iralanda hanno ridotto il costo del lavoro e ora registrano un riequilibrio rispetto alla produttività. Italia e Francia invece non sono ancora riuscite veramente a realizzare questo equilibrio, necessario per sostenere la crescita”. Per questo, ha sottolineato, in Italia “il motore economico urge di una revisione. Il Paese non può perdere tempo e spero che l’Italia guidi con due mani il suo volante e rimanga in pista”. Il commissario Ue si è detto comunque “fiducioso che il governo terrà presente queste priorità in autunno nella legge di bilancio, poi Commissione e Ecofin valuteranno”. E conclude “dichiarare che la crisi è finita sarebbe prematuro”.
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