Deficit, l’Europa all’Italia: “Governo prenda misure tempestive”

L’Unione Europea, dopo la rassicurazione della diminuzione del deficit italiano da parte del premier Letta, risponde in maniera dura: “governo prenda misure in modo tempestivo –  ”Aspettiamo di vedere i dettagli delle misure che andranno prese chiaramente nelle prossime settimane in modo tempestivo, siamo già a fine settembre”. Queste le parole del  portavoce del commissario Ue agli affari economici Olli Rehn, Simon O’Connor.

Nel Def è confermato l’impegno a mantenere gli impegni con Bruxelles.  Questo è quanto ribadito dopo il consiglio dei Ministri dal  premier Enrico Letta, che ha specificato: “l’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti. Per questo – rileva – “non siamo stati in grado di grado di scrivere oggi 3%” nel Def”.  “L’impegno a stare sotto il 3% alla fine dell’anno”, secondo Letta, è un obiettivo “alla portata” e che “non necessiterà di interventi particolarmente rilevanti”.

Un avviso di cui i ministri terranno conto nel Cdm di oggi, che si occuperà dell’analisi del Def.  A preoccupare i politici, l’aumento dell’Iva che dovrebbe scattare tra 10 giorni. Quasi ovvia una revisione dle Pil, fermio al -1,3%, che però dovrebbe subire quest’anno un’ulteriore perdiota, compresa tra il -1,6% e il -1,9%. Il Tesoro, quindi, si orienterebbe a fissare a -1,7% la revisione per quest’anno (+1% invece nel 2014). Anche il debito dovrebbe essere visto in peggioramento, oltre il 130% per il 2013, per poi scendere lievemente nel 2014. Sul deficit, dal governo arrivano indicazioni diverse. Se il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta dice che “non sono irrealistiche” le indiscrezioni di un rapporto deficit-pil al 3,1%, e indica in 1,5 miliardi la somma da coprire per rimanere entro il 3%, il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato è più ottimista: il deficit per l’Italia “non è arrivato al 3,1%, ma siamo, di poco, sotto il 3% e non sforeremo questa cifra, resteremo all’interno”, dice il ministro. Anche il ministro del Lavoro Enrico Giovanni ritiene che il deficit resterà nei parametri indicati da Bruxelles: “E’ chiaro che la porta è molto stretta ma sono convinto che il governo, con il ministro Saccomanni ed il Tesoro, sarà in grado di contenere il deficit sotto il 3% e di prospettare per il 2014 una manovra, con la legge di stabilità, che rilanci lo sviluppo che sta arrivando ma che deve essere più elevato di quello che il sistema da solo genererebbe”. Da Bruxelles arriva il monito: un deficit al 3,1% “è diverso da un deficit al 3%”, e se oggi l’aggiornamento delle stime del Def confermerà il 3,1% “serviranno misure per riportarlo al 3%”. Duro il commento del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi: “Siamo un Paese sovrano, tra i fondatori dell’Europa, non commissariato e come raggiungere quel 3% e le politiche industriali lo decide l’Italia”. In ogni caso nel governo nessuno vuole parlare di ‘manovra’ ma solo di aggiustamento, anche se la cifra da mettere sul piatto per il 2013 potrebbe aggirarsi intorno ai 6 miliardi di euro. “Anche se non servirà una vera manovra correttiva – dice il sottosegretario Baretta – avremo bisogno di aggiustamenti, e questi aggiustamenti implicano delle risorse finanziarie”. Ecco i conti: ci potrebbe essere innanzitutto la necessità di riportare il deficit nel limite del 3% e lo sforamento di 0,1% vale circa 1,5 miliardi; c’è poi l’aumento dell’Iva e se si vuole evitarlo il costo è di 1 miliardo; l’intervento sull’Imu vale 2,4 mld, mentre quello sulla cassa integrazione può valere, a seconda delle scelte che verranno fatte, da 500 milioni fino a 1 miliardo. Ci sono poi le missioni internazionali da rifinanziare per 400 milioni di euro. Ad arrivare a 6-6,5 miliardi si fa presto. Comunque al Tesoro, secondo quanto si apprende, si lavorerà alla Nota di Aggiornamento al Def anche questa mattina fino al cdm convocato per le 10.

Letta: deficit viaggia verso 3,1%. “Il deficit viaggia verso il 3,1%, sara’ sotto entro l’anno”. E’ quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio Enrico Letta, al termine del consiglio dei ministri. “L’interruzione della discesa dei tassi e la ripresa dell’instabilità politica pesa sui conti e per questo non siamo stati in grado di grado di scrivere oggi 3%” nel Def. Nella Nota di Aggiornamento al Def, ha aggiunto, ”emerge un quadro che vogliamo indicare come un quadro positivo per il futuro. Ci sono elementi che ci consentono l’anno prossimo di avere stabilmente il segno più per la crescita e di avere a fine anno segnali già postivi”.

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