Telecom Italia cambia lingua e parla sempre più lo spagnolo. E’ stato siglato un accordo tra gli iberici di Telefonica e Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Generali, i soci italiani che controllano Telecom Italia. In base all’intesa gli spagnoli sottoscriveranno già oggi un aumento di capitale da 324 milioni a 1,09 euro per azione. Ai soci italiani di Telco resta la possibilità di indicare presidente e amministratore delegato della società italiana. A seguito dell’integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale da parte di Telefonica il capitale sociale di Telco risulterà suddiviso con un assetto diverso dall’attuale portando Telefonica al 66% di Telco, Mediobanca al 7,34%, Intesa Sanpaolo a 7,34% e Generali al 19,32%. Telefonica si è anche assunta l’impegno per un ulteriore aumento di capitale di Telco da 117 mln con la quale la sua partecipazione in Telco salirà al 70%. Lo spiega una nota congiunta dei soci Telco. E ha un’opzione peril 100% della holding che controlla Telecom dal primo gennaio 2014.
In base all’accordo a partire dal primo gennaio 2014, Telefonica avrà la facoltà (opzione call) di acquistare per cassa tutte le azioni dei soci italiani in Telco, ad un prezzo determinato “valorizzando la partecipazione di Telco in Telecom Italia al maggiore tra 1,1 euro e il prezzo di mercato delle azioni al momento dell’esercizio della opzione call”. “L’operazione Telefonica-Telecom è uno snodo molto importante per il nostro futuro industriale” dice il direttore generale della Confindustria Marcella Panucci nel corso del programma ‘l’Economia prima di tutto’ su Radio1 Rai. “Tuttavia, noi della Confindustria siamo neutri rispetto alla soluzione, nel senso che quello che rileva non è la nazionalità del capitale né le bandiere, quello che rileva è che siano promosse le condizioni di concorrenza che peraltro ci sono un mercato come quello delle telecomunicazioni. E soprattutto, che sia consentito di sfruttare al massimo le potenzialità delle reti di nuova generazione, quindi staremo a vedere quale sarà il piano che presenterà Telefonica”.
Il mondo politico italiano non ha gradito il ‘passaggio’ di Telecom Italia alla spagnola Telefonica. Pd e Pdl chiedono al governo di riferire in aula in merito alla vendita di azioni Telco. Per Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd, “le vicende contestuali di Alitalia e Telecom rappresentano in modo impietoso l’esito di una lunga catena di errori in gran parte dovuti all’assenza ventennale di una politica industriale e, conseguentemente, alla prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici”. “E’ necessario – ha sottolineato – che il governo venga al più presto in Senato a riferire sul grave declino del sistema industriale italiano che coinvolge due imprese strategiche per i nostri servizi pubblici”. Anche Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, chiede al “presidente del Consiglio, Enrico Letta, di venire in Aula alla Camera dei deputati a illustrare la valutazione e le considerazioni del governo su un’operazione che rientra nelle logiche di mercato, e come tale non è stata preannunciata, ma coinvolge da molto vicino tutti gli sforzi e gli investimenti che le imprese e le pubbliche amministrazioni stanno mettendo in campo per affrontare la sfida dell’economia digitale”.