Crisi, Letta mercoledì alle Camere per fiducia

Enrico Letta resta al suo posto. Il presidente del consiglio dopo il faccia a faccia con Giorgio Napolitano a seguito delle dimissioni dei ministri del Pdl e della conseguente crisi di governo resta a Palazzo Chigi. Il premier mostra i muscoli e mercoledì chiederà al Parlamento una nuova fiducia “per andare avanti e applicare il programma” e “se non c’è tirerò le conclusioni perché non ho intenzione di governare a tutti i costi”. La nuova fiducia non dovrà essere per “tre giorni, per poi ricominciare come prima”. La road map Enrico Letta la illustra durante una intervista rilasciata, domenica sera, al programma ”Che Tempo che fa”. “Nell’ultima settimana ne è successa una ogni giorno. Se dovessi prevedere cosa succederà, non lo so”, spiega il presidente del consiglio. E spiega cosa chiederà al Parlamento. “Sarà una richiesta di fiducia sulla base del racconto di questi mesi e sulle cose da fare, a partire dalla legge di stabilità perché nel 2014 si colgano i risultati che io penso a portata di mano”. Ma nel caso si dovesse ritornare al voto bisogna cambiare il ‘Porcellum’ perché c’è il pericolo di ritrovarsi nella stessa situazione attuale, senza una maggioranza certa al Senato. E aggiunge. “Io vorrei poter governare per le cose che faccio e non per questo problema della legge elettorale. Se si deve votare, a un certo punto si voterà Non vorrei restassimo appesi”. Il premier, pur non volendo fornire anticipazioni, dichiara che il suo discorso alle Camere batterà soprattutto sui temi economici, a iniziare dalla legge di stabilità che deve essere licenziata il 15 ottobre, e sulla priorità di una nuova legge elettorale. Quanto ai problemi della giustizia, Letta conferma la linea seguita dal governo dopo la condanna di Silvio Berlusconi da parte della Cassazione per frode fiscale: nessuno ”scambio” in quanto occorre separare una singola vicenda giudiziaria dalla riforma della giustizia: “Abbiamo già fatto molto per riformare la giustizia e continuiamo a farlo. Ma per i cittadini. Si pensi alla riforma della giustizia civile”.

Nel caso in cui Enrico Letta dovesse essere bocciato in Parlamento la palla passerebbe immediatamente a Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica da Napoli, dove si trovava per una visita istituzionale, è stato chiaro. “La tradizione è che il presidente della Repubblica concede lo scioglimento delle Camere quando non c’è la possibilità di dar vita a una maggioranza e a un governo per il bene del Paese. Procederò con una attenta verifica dei precedenti di altre crisi”.

Pdl ‘spaccato’. La forzatura di Silvio Berlusconi di far dimettere i ministri del Pdl ha provocato una frattura all’interno del partito. Molti big ed alcuni ormai ex ministri temono una deriva estremista di Forza Italia 2.0. Il dissenso sul ritiro della delegazione del Pdl dal governo viene spiegata da Angelino Alfano. “La mia lealtà al presidente Berlusconi è longeva e a prova di bomba. Oggi la lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano”. Sulla stessa linea  Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme istituzionali. “Se ci sarà solo una riedizione di Lotta Continua nel centrodestra, ne prenderò atto. Io le dimissioni non ho avuto nessuna remora a darle, però è evidente che se c’è una sede in cui a discutere sono solo alcuni esponenti di un partito, senza il segretario, quel partito è geneticamente modificato. A questa Forza Italia non aderirò”. Dissente pure Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, annunciando che non farà parte di Forza Italia se prevale la linea di chi “spinge verso una destra radicale”. “Berlusconi è un perseguitato, ma non giustifico né condivido la linea di chi lo consiglia in queste ore”. La resa dei conti dovrebbe arrivare nella riunione dei gruppi parlamentari del Pdl convocata nel pomeriggio di oggi.

 

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