E’ sempre più vicino un accordo al Senato per porre fine alla paralisi del governo federale e alzare il tetto al debito pubblico. Resta, ad oggi, però l’incognita della Camera, dove è più forte la componente del Tea Party artefice della linea dura e del muro contro muro. Questo però non ostacola quella che è una vera e propria corsa contro il tempo perché entro giovedì 17 ottobre il dipartimento del Tesoro dovrà trovare i fondi per far fronte a tutti i suoi obblighi finanziari in assenza di un aumento del tetto del debito. Un primo passo in avanti è stato fatto al Senato dove l’accordo tra democratici e repubblicani è a un passo dalla firma. Dettagli ufficiali ancora non sono stati forniti ma il ‘patto’ dovrebbe basarsi su tre punti. Sul fronte del shutdown, iniziato il primo ottobre scorso a causa della mancata approvazione di una legge di bilancio per l’anno fiscale 2014, il governo tornerebbe alla normalità grazie a fondi da 986 miliardi di dollari l’anno garantiti fino al 15 gennaio prossimo, il giorno in cui tagli automatici alla spesa da 21 miliardi di dollari entreranno in vigore dopo quelli scattati il primo marzo scorso. Il tetto al debito, attualmente pari a 16.700 miliardi di dollari, verrebbe inoltre alzato fino a metà febbraio, dando al dipartimento del Tesoro il tempo per ricorrere a “misure straordinarie” per posticipare un potenziale default. Questo diventerebbe così il tema centrale delle elezioni di metà mandato. I legislatori inoltre dovrebbero concludere i negoziati per una soluzione di lungo termine sul bilancio entro il 13 dicembre.
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