epa08101396 A handout photo made available by A handout photo made available by the Office of the Iranian President shows Iranian president Hassan Rouhani (R) meeting with the family of late Iranian Revolutionary Guards Corps (IRGC) Lieutenant general and commander of the Quds Force Qasem Soleimani at his home in Tehran, Iran, 04 January 2020. The Pentagon announced that Iran's Quds Force leader Qasem Soleimani and Iraqi militia commander Abu Mahdi al-Muhandis were killed on 03 January 2020 following a US airstrike at Baghdad's international airport. The attack comes amid escalating tensions between Tehran and Washington. EPA/IRAN PRESIDENT OFFICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

A Baghdad i funerali di Soleimani, ‘Morte agli Usa’. Italia ignorata dall’America

Migliaia di iracheni hanno partecipato questa mattina a Baghdad al corteo funebre del generale iraniano Soleimani gridando – tra la sua bara e quella del suo principale luogotenente in Iraq, Abu Mehdi al-Mouhandis – “morte all’America”. Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Kazimiya, dove si trova un santuario sciita. Al termine, nella zona verde di Baghdad si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni. I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia. Intanto, un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi è stato ucciso nella notte in un nuovo raid aereo Usa a nord di Baghdad. Resta altissima la tensione fra Stati Uniti e Iran. Trump ribadisce di non volere la guerra, ma “siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria”; la guida suprema iraniana Khamenei lo avverte: “Prepara le bare”.

“La risposta ad un’azione militare è un’azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo”. Lo ha detto l’ambasciatore iraniano all’Onu, Takht Ravanchi, in un’intervista alla Cnn. “Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo”, ha detto ancora sottolineando che il raid degli Stati Uniti contro il generale iraniano Ghassem Soleimani “è stato un atto di guerra contro il popolo iraniano”.

Il ministero degli Esteri britannico ha sollecitato i cittadini del Regno Unito a non recarsi in Iraq ed evitare viaggi “non necessari” in Iran dopo il raid Usa nel quale è stato ucciso il generale iraniano Soleimani. Lo riporta Sky news.

Potrebbe avere “conseguenze incontrollabili” l’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante delle forze di Qods, il maggiore generale Ghassem Soleimani. Lo ha detto il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica ieri sera.

Intanto, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran in una manifestazione di protesta contro i “crimini” degli Usa, dopo l’attacco con un drone in cui è morto il generale iraniano Soleiman.

Secondo il presidente Usa, il generale doveva essere ucciso prima. “Ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri… ma è stato preso!”: ha twittato Donald Trump, secondo cui Soleimani “è stato direttamente e indirettamente responsabile per la morte di milioni di persone, compreso un grande numero di manifestanti uccisi di recente nello stesso Iran”. “Doveva essere fatto fuori molti anni fa!”.

Morte Soleimani, le immagini delle auto ridotte in macerie

Dopo il raid aereo in cui e’ rimasto ucciso il generale Soleimani, gli Stati Uniti hanno deciso di inviare altri 3.500 soldati in Medio Oriente. Lo hanno riferito tre funzionari della Difesa e un ufficiale militare a Nbc News. Le nuove truppe saranno dispiegate in Iraq, Kuwait e altre parti della regione in risposta alle minacce giunte dopo la morte del generale.

In una nota, la Farnesina afferma che gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni – rileva – abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perché si agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità.

Morte Soleimani, le immagini dell’attacco all’aeroporto

   “Il lavoro e il cammino del generale Qassem Soleimani non si fermeranno e una dura vendetta attende i criminali, le cui mani nefaste sono insanguinate con il sangue di Soleimani e altri martiri dell’attacco della notte scorsa”, ha detto la guida suprema iraniana Ali Khamenei.

L’uccisione del generale Soleimani e il conseguente aumento della tensione in Medio Oriente ha ripercussioni ovviamente anche sui militari italiani presenti sullo scenario. Nonostante l’America abbia inspiegabilmente ignorato l’alleato Italia.

 Dopo l’uccisione del Generale e le minacce piovute da Teheran, il sottosegretario di Stato Usa Mike Pompeo ha avviato una serie di telefonate e incontri diplomatici con gli alleati. Nel giro di telefonate però Washington ha inspiegabilmente saltato Roma, nonostante l’Italia abbia militari dispiegati in Iraq.

 Nella serata del 3 gennaio Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha invitato alla moderazione e alla prudenza, sottolineando i rischi di un possibile conflitto armato. La Farnesina ha confermato l’impegno dell’Italia, come detto,  per un’operazione di de-escalation, ossia di abbassamento della tensione. Nonostante oggettivamente sembra tardi per un affrettato passo indietro. Il leader della Lega Matteo Salvini invece ha voluto ringraziare pubblicamente Donald Trump per un’azione in difesa degli uomini liberi. “Donne e uomini liberi, alla faccia dei silenzi dei pavidi dell’Italia e dell’Unione europea, devono ringraziare Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà“.

Va detto che sullo scenario politico italiano Salvini rappresenta un’eccezione isolata che non trova sostegno neanche nella coalizione di Centrodestra.

Dal punto di vista operativo si ragiona ora su come mettere in sicurezza i militari italiani dispiegati in Iraq. Dal Ministero della Difesa è partita la direttiva per l’innalzamento delle misure di sicurezza anche se, realisticamente parlando, l’Italia non dovrebbe essere il Paese scelto per una rappresaglia vendicativa.

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