Una panchina verde nel cortile Guido Fanti del Comune di Bologna. Una panchina di speranza che attende Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna che è stato detenuto per quasi due anni nelle carceri egiziane ed ora, in vista dell’udienza del 6 aprile, spera di tornare in quella che è diventata la sua città. L’opera simbolica, con accanto la sagoma dello studente egiziano ideata dall’artista Gianluca Costantini, è stata inaugurata dal sindaco Matteo Lepore e da Rita Monticelli, delegata del Comune sul tema dei diritti umani e professoressa di Patrick Zaki.
“Ringrazio il Corriere della Sera che ha lanciato l’iniziativa e l’Università che l’ha supportata. Questo è un segnale a Patrick di vicinanza. Continuiamo a chiedere la sua libertà e speriamo in un esito positivo dell’udienza. L’attesa in questo caso è un impegno collettivo per riaverlo presto a Bologna – ha spiegato Lepore – La proposta che facciamo alla cittadinanza è di venire in Comune, sedersi, fare una foto sulla panchina e magari lanciarla sui social per ribadire l’impegno nei confronti di Patrick”. La panchina è una installazione temporanea, un conto alla rovescia per riabbracciare Patrick. “Questo è un simbolo non solo per Patrick, ma anche per tutti quegli studenti e quelle persone che sono nelle sue stesse condizioni. E’ una panchina solidale – ha detto Monticelli – come la città di Bologna e l’Università. Continueremo ad impegnarci non solo per Patrick, ma perché i diritti umani e civili siano sempre parte della nostra cultura, al di là di ogni confine”.