A Napoli la ‘Casa Museo’ della ‘Fondazione Circolo Artistico Politecnico’

La Fondazione Circolo Politecnico è la versione moderna della Associazione nata il 22 dicembre 1888 dalla innovativa volontà di un gruppo di artisti napoletani guidati da Edoardo del Bono. Allora si chiamava ‘Società Napoletana degli Artisti’ e il suo obiettivo era dare sostegno all’arte napoletana superando la formula del mecenatismo. Si voleva sostenere l’insieme rispetto ai pochi singoli fortunati: La nuova iniziativa sociale voleva superare la tradizionale sudditanza dal mecenate e costituire un movimento collettivo, proteso a diffondere l’arte napoletana nella sua globalità: l’insieme rispetto al singolo. E’ un primo esempio di associazione di categoria.

Da fortunati, trovarono entusiastico e solido sostegno in Giuseppe Caravita Principe di Sirignano,  che non solo ne assunse la presidenza, ma spinse l’iniziativa con vigoria, utilizzando la sua personalità e il suo potere sociale. Giuseppe Caravita offrì loro anche ospitalità nella sua casa al rione Sirignano. Con le fusioni con il Circolo Forense del 1902, presieduto da Enrico Pesina e con il Circolo Politecnico del 1907, presieduto da Udalrigo Masoni, la Società, trasferitasi nella sede di Palazzo Zapata (residenza del Viceré di Napoli) in piazza Trieste e Trento 48, si tramutò nello storico ‘Circolo Artistico Politecnico’, restato tale fino al 1988, anno della ricorrenza del centenario: In tale occasione il Circolo ha ripreso la tradizionale forma giuridica di Associazione.

Assidua la frequenza di artisti quali Morelli, Gemito, Palizzi, D’Orsi, Caprile, Migliaro, Irolli, Casciaro, Mossutti, Pratella, Siviero, Viti, Cifariello e tanti altri; musicisti quali Gigli, Toti dal Monte, Caniglia, Tosti, Costa, Di Leva, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Cilea, Giordano; signori del teatro quali Zacconi, Novelli, Falconi, di Lorenzo, Galli, Borrelli, Ruggeri, Govi, Raffaele e Luisella Viviani, Eduardo De Filippo, per ricordarne solo alcuni; oratori del calibro di Barzilai, Berenini, Marciano, De Nicola, Porzio, De Marsico, Limoncelli, Municchi, Siniscalchi, Fradaletto, Maiuri, Fiumi, Cozzano, Donadoni; poeti quali Di Giacomo, Russo, Galdieri, Murolo, Bovio, Nicolardi, Capurro, Califano, Postiglione, poeta e pittore, e tantissimi altri.

L’Istituzione si è comunque sempre allineata ai tempi, si è modernizzata nelle attività, negli obiettivi, nella gestione, negli ambienti. La sede, con la sala realizzata dall’architetto G. Battista Comencini, mantenuta nel suo caratteristico stile liberty, la sala Sirignano e decine di altre sale, sono un’autentica ‘Casa Museo’ nella quale vi è l’esposizione permanente di oltre 600 reperti d’arte, tra le quali le collezioni pittoriche e scultoree eseguite da insigni artisti dell’ultimo periodo dell’800 napoletano, ma anche da valenti giovani artisti del 900 e del 2000. E’ museo vivo, non silenzioso o contemplativo, nel quale si respira l’atmosfera del secolo più significativo della creatività artistica napoletana e si dà sfogo anche ad altre esigenze artistiche. E’ luogo di aggregazione, incubatore creativo interdisciplinare, distretto culturale evoluto. Il Museo, la Fototeca, la Biblioteca, l’Archivio Storico, gli strumenti musicali e gli arredi d’epoca sono la cornice della vita quotidiana con le sue difficoltà e contraddizioni.

La visione smart delle opere consente al visitatore di apprezzare la storia della città di Napoli dal 1888 ad oggi, con un riuscito innesto tra gusto dell’800, del ‘900 e quello del 2000. Si tratta di un caso unico d’iniziativa privata capace di divenire un centro sociale, un fomite di interessi artistici e culturali di grande rilievo (MIBAC – Sovrintendenza Artistica della Campania). ‘L’Artistico – Casa Museo’, quindi, non è un museo tradizionale. E’ un ambiente unico nel quale è possibile vivere momenti particolari, in una cornice ricca di reperti storici, monografie, opere rare, fotografie, autografi di artisti, poeti, scrittori, regnanti e presidenti della Repubblica, volumi, documenti inediti, arredi e strumenti d’epoca: parlare di Napoli nella sua molteplice attività a cavallo di tre secoli di storia, dal 1888 ai giorni nostri, significa anche raccontare dell’Artistico.

La presenza, poi, di giovani garantisce alla istituzione il motore indispensabile a mantenersi, in eterno, patrimonio dei napoletani. L’arte, nelle sue variegate espressioni, in un’epoca di carenza di valori, di debolezza comunicativa, di autoemarginazione, di ricerca della propria visibilità attraverso un ruolo subalterno al mercato, di rinuncia ad esprimere la propria autonomia e libertà, ha un’importanza insostituibile nell’universo giovanile. E’ un grande mezzo per canalizzare energie, far vibrare d’amore o di sdegno, suggerire progetti e intuizioni, provocare azioni belle e luminose, indurre a collaborare: il binomio arte/giovani è ineludibile.

All’arte va restituito il compito di educare e di emancipare i giovani che, nel loro DNA, hanno certamente i valori eterni del bene, del bello, della convivialità, della lealtà, della solidarietà, ma che hanno bisogno dell’educatore che ne faccia emergere forma e contenuti. E’ quindi primo impegno della Fondazione trasmettere il senso e il significato dell’esistenza umana educando i giovani alla ragione, alla libertà, alla memoria, e alla speranza attraverso l’arte: pittura, scultura, musica, letteratura, poesia, cinema, teatro, ecc. Napoli non offre oggi molte possibilità. Scarsa è la disponibilità a sostenere i giovani che si dedicano all’arte ed alimentare in essi la consapevolezza dell’importanza di produrre arte, troppo spesso considerata addirittura marginale al panorama culturale. Forse sarebbe necessario avviare una campagna di sensibilizzazione mirata e concreta nei confronti della società nella sua interezza perché tutti si convincano a sostenere adeguatamente e concretamente tali giacimenti di incredibile valore economico e sociale, utili alla crescita della nostra città.

In un tale panorama quest’opera editoriale, la realizzazione del progetto ‘L’Artistico Casa Museo’ e la trasformazione dell’Associazione in Fondazione hanno ancora maggiore importanza e significato. La Fondazione infatti sarà sempre presente e disponibile come punto di riferimento per gli artisti, in particolare i giovani del territorio, ben consci che l’allontanarsi dai canoni classici e il vivere la ‘generazione digitale’, con tutto a portata di mano, rende difficile il distinguersi con una propria identità ma consente all’individuo di avere una maggiore attenzione alla propria dimensione creativa e artistica.

Il Museo è stato strutturato in sale a tema che occupano il secondo piano di Palazzo Zapata, al civico 48 di Piazza Trieste e Trento: Il Salotto dell’Ottocento, appena dopo l’ingresso, con vista sulla sala Sirignano (dedicata al primo presidente Giuseppe Caravita di Sirignano) con autoritratti di artisti e figure maschili e sulla Sala del Barone; la Sala Matilde Serao, dedicata ai ritratti femminili; il Salone Comencini, che affaccia su Piazza Trieste e Trento e Piazza del Plebiscito; la Sala Pranzo, antico luogo di ritrovo per banchetti festosi, Il Salone Sirignano, spesso utilizzato per mostre e convegni; la Sala Paesaggi (anche chiamata ‘Sala Riunioni’) che prende il nome dai soggetti raffigurati nei suoi quadri; la Sala Bar, la Fototeca, l’Archivio Documentale, e tante altre sale. Il museo contiene oltre 500 opere pittoriche catalogate in massima parte rappresentative de l’800 napoletano, con una piccola parte dedicata all’arte moderna e contemporanea. Ma al suo interno sono custodite anche oltre 80 opere scultoree; la Biblioteca Ferdinando Russo con circa 5000 volumi e una fototeca con più di 5000 foto che ritraggono i personaggi famosi che parteciparono alle attività del Circolo. E ancora, un ampio Archivio Storico che contiene un’importantissima documentazione, della quale fanno parte i Quaderni Poetici Manoscritti degli antichi soci, atti di conferenze, spartiti, la Raccolta del giornale L’Artistico, periodico di cultura ed arte edito dal Circolo, e tantissimi altri materiali documentali che trasudano anni di Storia raccontando di artisti, attori, giornalisti, critici d’arte e di tutti coloro che resero glorioso il nome di questo luogo. Per il proprio indiscutibile valore, nel 2011, il ricco patrimonio documentale della Associazione ha ricevuto dal Ministero dei Beni Culturali – Sovrintendenza Archivistica della Campania- la notifica di ‘Archivio di interesse storico particolarmente importante’. Anche la Raccolta museale, nel 2005, è stata riconosciuta come Museo di Interesse Regionale. Ma il patrimonio è costituito anche dagli arredi architettonici, dagli strumenti musicali e dalle attrezzature tecniche custodite nella sede, tutti beni donati dai Soci Fondatori del Circolo alla Fondazione per consentire la prosecuzione dell’attività storica e sociale.  E la generosità dei donatori continua anche in epoca attuale accrescendo il patrimonio artistico, fotografico e letterario: solo nel 2017 sono pervenute in donazione 30 opere, numerose fotografie e oltre trecento volumi, tutti puntualmente catalogati, che sono andati ad arricchire il patrimonio posto a disposizione del pubblico.

Il museo è un museo smart, dotato delle più sofisticate tecnologie che uniscono la bellezza del classico all’innovazione. Grazie alla collaborazione con Databenc (Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali della Federico II), tutte le opere sono dotate di un sistema tecnologico attraverso il quale le opere si raccontano al visitatore attraverso il telefono cellulare o un tablet. Anche la consultazione gratuita dei 4000 volumi della biblioteca e delle collezioni fotografiche è molto semplificata dall’essere totalmente catalogate nel SBN (sistema bibliotecario nazionale). Le opere pittoriche e scultoree, invece, sono catalogate nella piattaforma SIGEC WEB (Sistema Informativo Generale del Catalogo) del Ministero dei Beni Culturali.

Simonetta de Chiara Ruffo

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