A Roma la FIPE chiede di riaprire

 C’era anche il Trentino, ieri , in piazza a Roma per l’assemblea straordinaria di FIPE, la federazione italiana dei pubblici esercizi. Marco Fontanari e Fabia Roman, vicepresidenti di Confcommercio Trentino e rispettivamente presidenti dell’Associazione ristoratori e dell’Associazione pubblici esercizi trentini hanno partecipato all’assemblea/manifestazione per condividere le richieste degli esercenti italiani: riaprire e ottenere sostegni adeguati.
Si è svolto oggi al Mise l’incontro tra i rappresentati Fipe e il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha innanzitutto ringraziato tutti i partecipanti per “la postura civile” e la massima correttezza con cui hanno espresso la grave difficoltà economica dei pubblici esercizi a causa delle chiusure per la pandemia. Due le questioni principali sul tavolo: riaperture e sostegni. Sul primo punto il ministro, pur precisando che non è possibile indicare con certezza una data per le riaperture, ha però sottolineato che gli indicatori stanno migliorando (“anche la natura ci darà una mano come lo scorso anno” ha aggiunto riferendosi al clima che sta migliorando con la primavera) e che “presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture” coerentemente con il segnale del governo che ha già scelto “di riaprire le scuole”.
Altro capitolo fondamentale, sul quale il Fipe manderà presto le sue riflessioni, è quello dei sostegni. Il ministro ha indicato due strade: gli indennizzi basati sul fatturato, com’è accaduto per l’ultimo decreto, oppure prendere in considerazione il bilancio che “senz’altro fornisce indicazioni più precise sulle perdite reali subite” ma che prevede tempi più lunghi. Il punto di mediazione potrebbe essere, su questo la Fipe si è impegnata a presentare una proposta articolata in tempi brevi, un sistema di due acconti e di un saldo finale che terrebbe conto degli indicatori contenuti nel bilancio evitando sperequazioni tra le diverse attività.
«Si è trattato di una manifestazione civile ma convinta – hanno detto Fontanari e Roman – scendere in piazza, infatti, è sempre un gesto molto importante e testimonia il senso di impotenza e disperazione di molte imprese italiane del nostro settore, costrette a rimanere chiuse. Vogliamo lavorare, riaprire le nostre aziende e far ripartire l’economia italiana, ferma da troppo tempo. Chiediamo anche ristori adeguati per le aziende e un piano di sostegno che riguardi i tributi locali, il fisco e la liquidità».

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