Alain de Benoist è uno scrittore e filosofo francese fondatore del movimento culturale denominato ‘Nouvelle Droite’ (Nuova Destra). Fonda nel ‘68 il ‘Gruppo di Ricerca e di Studi per la civiltà europea’, conosciuto come ‘Grece’. In Italia il suo pensiero è stato divulgato e sviluppato dal politologo Marco Tarchi e dal giornalista Massimo Fini. Ha pubblicato più di 50 libri e nel 1978 ha ricevuto il premio ‘Grand Prix de l’Essai dall’Acadèmie Francaise’ per il suo ‘Visto da destra’. Durante i primi anni sessanta Alain de Benoist è stato legato a svariate entità della destra francese, ma il suo processo di maturazione politica lo portò ben presto ad estraniarsi dalle accuse di neofascismo che lo investivano e con i suoi scritti, durante gli anni settanta, cominciò a costruire il suo percorso originale fatto di critica verso la globalizzazione e il liberismo in favore delle piccole patrie e delle identità culturali. Negli ultimi anni ha sviluppato una forte critica nei confronti della politica imperialistica degli Stati Uniti. De Benoist considera la democrazia rappresentativa come un limite per poter sviluppare un maggior coinvolgimento popolare alla vita politica di un paese. Pur essendo piuttosto critico nei confronti dell’Unione europea crede fortemente in un’Europa unita e federale, dove il concetto di nazione viene a decadere in favore delle identità unite da un comune senso di appartenenza continentale. Dagli anni settanta il movimento culturale della ‘Nouvelle Droite’ ha influenzato quello italiano della ‘Nuova Destra’ italiana’. Molto noto è il suo saggio ‘Democrazia, il problema’ dove ripercorre, con sorprendente capacità di sintesi, il percorso della democrazia depurandolo dagli abituali luoghi comuni ed elaborando le ‘7 teorie sulla democrazia’. De Benoist nota che tutti al giorno d’oggi pretendono di essere democratici anche se le definizioni che si danno di essa sono fortemente contraddittorie. L’autore in questo testo fornisce una visione completa della democrazia, analizzando come essa abbia mutato forma e sostanza nel tempo, fino a proporre un’idea di democrazia organica che nel tempo che stiamo vivendo sarebbe sicuramente più efficace. Innanzitutto si sofferma sulla ‘democrazia diretta’, ovvero, dove a governare era il popolo che non eleggeva uomini incaricati di governarlo. De Benoist volge lo sguardo alla Grecia dove tutti prendevano parte all’ekklesia, o assemblea, vero organo decisionale. La democrazia è concepita non in rapporto all’individuo, ma alla comunità organizzata della città. Caratteristica principale della sua esistenza è quindi il concetto di cittadinanza, dove cittadino è chi appartiene a una patria, a una terra e ad un passato. Anche per il concetto di ‘libertà’ vale la stessa premessa. Per il Greco è l’appartenenza a conferire la libertà ed essere libero significa avere il diritto di poter partecipare alla vita politica, e quindi, alla vita della città. Ne consegue che se la democrazia è inscindibilmente legata al concetto di libertà questa è legata al concetto di appartenenza a una comunità, dove risulta che in una città di uomini liberi l’interesse particolare non può che sottostare all’interesse generale, che è quello della comunità. Una delle critiche mosse dall’autore è quella rivolta al ‘regno dei partiti’ che attentano all’unità nazionale. Portando avanti ognuno i propri interessi, sempre divergenti, il gioco politico perde di vista l’interesse generale creando uno stato di forte disagio civile. Altra critica è mossa verso chi confonde la democrazia con il liberalismo. Nello stato democratico è il popolo ad essere sovrano, mentre altra cosa avviene nello stato liberale dove sovrano diventa niente altro che un numero. Ovviamente lo spazio a nostra disposizione è fortemente compatto per poter dettagliare il testo nella sua complessità. ‘Democrazia il problema’ fu pubblicato nel 1985 ed oggi, grazie alla volontà dell’editore Luciano Lucarini, viene ripubblicato in Italia nella collana ‘I libri del Borghese’ e sarà presentato a Roma giovedì 16 giugno presso Palazzo Ferraioli alle ore 17,30. Negli ultimi anni, nell’ambito della scienza politica, si è riacceso il dibattito intorno alla crisi della democrazia ed il libro presentato ha anticipato la profondità della crisi che viviamo, sia sotto il profilo politico che antropologico. Come ricorda nel saggio introduttivo Giovanni Sessa la crisi della democrazia rappresentativa liberale si accompagna alla più generale crisi del progetto moderno, storicamente incarnatosi nella volontà totalizzante della ‘ratio’ illuminista e negli apparati della tecno-scienza. La fatica di de Benoist, in tal senso, lancia un appello accorato all’Europa perché ritrovi se stessa. Alla presentazione interverranno Paolo Borgognone saggista e membro del Comitato Scientifico del CIVG; Giuseppe del Ninno, giornalista e scrittore; Giovanni Sessa, autore della prefazione e segretario della Scuola Romana di Filosofia politica. Modererà l’editore Luciano Lucarini. Come detto in precedenza ‘Democrazia il problema’ viene ripubblicato in Italia nella collana ‘I libri del Borghese’. Il Borghese è un periodico politico e culturale, espressione dell’area culturale della destra, fondato come settimanale a Milano dallo scrittore Leo Longanesi nel 1950 e pubblicato fino al 1993. Il primo numero uscì il 15 marzo del 1950 e contenne articoli di Indro Montanelli, Giuseppe Prezzolini e del giovane Giovanni Spadolini. Dal sesto numero in poi iniziò la collaborazione di Mario Tedeschi, che si rivelerà una figura fondamentale per la vita della testata che ha ripreso le pubblicazioni più volte per brevi periodi. Sono nove anni che la testata viene nuovamente pubblicata. Il direttore responsabile del ‘Il Borghese’ è Claudio Tedeschi. La rivista è pubblicata mensilmente dalla casa editrice ‘Pagine’ con direttore editoriale Luciano Lucarini.
Roberto Cristiano