Anticonformista fino alla provocazione continua e ostentata. Amante dell’universo femminile con noncurante sfacciataggine e una visione della sfera del sesso tanto forzata per gli altri quanto assolutamente naturale per lui. Eccessivo ma con una sensibilità spiccata. Forse maledetto, maudit. Ma se qualcuno lo volesse definire genio, lo sottoscriviamo in pieno. Serge Gainsbourg ha segnato la vita culturale francese dagli anni Sessanta in poi come se avesse affondato un bisturi in un corpo apparentemente sano, ma bisognoso di cure choc. Come musa e compagna di vita e di provocazioni aveva scelto la bella Jane Birkin, dalla sensualità debordante per gli standard di qualche decennio fa. La stessa attrice, cantante e modella è stata protagonista di Gainsbourg, Poéte Majeur, una pièce sui testi da lui lasciati. Spettacolo andato in scena al Teatro Cucinelli di Solomeo a due mesi dal rinvio, e che insieme alla Birkin vedeva in scena Michel Piccoli e Hervé Pierre oltre a Fred Maggi come pianista accompagnatore. Se i nomi di Birkin e Piccoli bastavano da soli a richiamare pubblico e attenzioni, va comunque detto che lo spettacolo era un lavoro collettivo realizzato da tre solisti, con la musica volutamente tenuta a basso volume e in secondo piano. Perchè era il Gainsbourg scrittore di versi a essere evidenziato con tutta la sua arte. Poesie messe in musica che possono vivere di luce propria grazie al lavoro sulle assonanze, gli accenti tronchi, il suono di vocali e consonanti, la metrica di cui è ricca la lingua francese. Lavori in cui l’autore descrive le donne con tanto amore e passione ma anche con una dose d’odio per dare più forza narrativa. E poi i viaggi nel mondo anglosassone e in Africa, gli aforismi, le relazioni con le arti figurative con momenti di satira feroce e di descrizione ammirata. La voce sottile di Jane Birkin ha trovato contrappunto nell’atteggiamento sornione e divertito di Michel Piccoli, attore gigante che può permettersi di guardare il mondo dall’alto dei suoi 89 anni, ma anche della bella musicalità di Hervé Pierre dal tono squillante pieno di eleganza. Uno spettacolo che dimostra come di Serge Gainsbourg e dei geni come lui ce n’è ancora bisogno.