Papa Francesco non è l’unico ad essersi vergognato quando ha letto che l’Italia insieme ad altri Stati si sono impegnati a spendere una percentuale maggiore del proprio Pil nell’acquisto di armi come risposta a quello che sta accadendo tra Ucraina e Russia. Le parole che il Pontefice ha proferito mentre riceveva in udienza il Centro femminile italiano si riferiscono all’approvazione, alla Camera dei Deputati, di un ordine del giorno che impegna il Governo ad incrementare le spese per la guerra in atto portandola al 2 per cento del Pil cioè da 25 a 38 miliardi all’anno. Anche a mio avviso, condividendo la linea del Papa, questa assurda guerra scoppiata nel cuore del nostro continente andrebbe fermata tramite relazioni internazionali e non con l’invio di armi, con la definizione di altre sanzioni o con rafforzamenti di alleanze politico-militari. Anche per questo motivo, e disapprovando la politica del governo Italiano in merito al conflitto in atto, non sono andata a sentire il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso al Parlamento italiano nonostante la mia grande sofferenza e la gravità dell’attacco che sta subendo il suo popolo e che condanno fermamente.
A mio avviso, però, questa fase geopolitica andava gestita con più diplomazia ed adeguati toni. Ma non è tutto: nelle ultime ore il premier Mario Draghi starebbe valutando anche l’invio di soldati ed altri armi in Ucraina partecipando, dunque, fattivamente al conflitto. Anche in questo caso non posso essere d’accordo. Un discorso è non approvare e tollerate l’invasione subita dall’Ucraina e fare tutto il possibile per proteggere la popolazione cercando di agire con la diplomazia e la mediazione affinché si ponga fine a questo assurdo conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa, altra cosa è entrare nel conflitto con armi e soldati. Cosa ancor più grave è che se le sue dichiarazioni venissero confermate dai fatti vorrebbe dire che Draghi avrebbe, di fatto e inequivocabilmente, trascinato l’Italia in guerra. Tutto questo violando la nostra Carta Costituzionale e un Presidente del Consiglio che viola palesemente e tragicamente la Costituzione va mandato a casa.
Purtroppo questa accozzaglia che sta al potere e nella quale si sono persino liquefatti i partiti e le provenienze politiche trasformandosi in potenti centri di poteri, non vogliono assolutamente perdere l’occasione di far passare ogni tipo di nefandezze che mai nessun governo sinora aveva fatto passare. Questo assurdo e anomalo governo invece di aiutare le famiglie in seria difficoltà e la piccola e media impresa in ginocchio dopo la profonda crisi che l’ha colpita con la pandemia del Covid sta trascinando l’Italia nel baratro distruggendo il tessuto pulsante dell’economia e concedendo l’assoluta sovranità economica alle banche e alle potenti lobby nei vari settori.
Questo, è solo questo, era prevedibile e ci si poteva aspettare da Draghi considerata la sua formazione e tutto il suo passato da professionista che per far quadrare i numeri (quelli di chissà quale potente ed occulto centro di potere) non ha mai esitato, passandoci sopra, a schiacciare come formiche piccole e medie imprese, famiglie ed intere Nazioni. Ora è il turno dell’Italia ma non dovremmo assolutamente permetterlo. Sin dal primo provvedimento approdato in Parlamento avevo denunciato questa situazione e ora, purtroppo, giorno dopo giorno ne abbiamo la triste conferma. L’aumento dell’utilizzo dei fondi del Pil doveva essere votato per aiutare le piccole e medie imprese che stanno fallendo e il rischio è che salti l’intera economia italiana. Il Governo, invece, lo fa per le spese militari col rischio di trascinarci in un conflitto che potrebbe assumere le dimensioni mondiali. E la presenza di Biden proprio in queste ore in Polonia è veramente un cattivo presagio. Come ha concluso il Papa “Pazzi… pazzi!”
Rosa Silvana Abate
Senato Gruppo Misto
Capogruppo Commissione Questioni Regionali e Commissione Agricoltura