Aboubakar Soumahoro, fondatore di ‘Italia Plurale’, vola in Senegal per tutelare i cittadini senegalesi che lavorano in Italia…

Aboubakar Soumahoro ha deciso di fondare un suo partito, nasce così l’associazione “Italia Plurale”, un gruppo che, come annunciato dallo stesso deputato ex Avs e ora nel gruppo Misto, “nasce per difendere gli sfruttati e gli umiliati ed è contro l’islamofobia e l’onda nera di questo governo”. Soumahoro  prova così a riprendersi la scena politica dopo lo scandalo che ha travolto la sua famiglia, con moglie e suocera che sono ancora ai domiciliari per la vicenda delle coop e dei mancati pagamenti ai dipendenti-migranti. Mentre, sempre secondo l’accusa, i soldi pubblici ottenuti per la gestione dei centri venivano spesi in viaggi e abiti firmati.

Soumahoro entra nel dettaglio di questa iniziativa politica: “In Italia Plurale  ci sono persone dimenticate, invisibilizzate, gente che ogni giorno viene umiliata. Questa associazione darà una speranza a tanti. Da quando la Meloni è premier – prosegue Soumahoro – il razzismo, l’islamofobia e l’odio verso il cosiddetto “diverso” si sono molto accentuati”.

Ora, dimentica di quello accaduto a Latina, delle condanne ricevute dalla moglie e dalla suocera, dimentica delle borse lussuose di Louis Vuitton, dimentica del caporalato e ‘riscopre’ le necessità dei braccianti: «Questi – dichiara in una nota inviata agli organi di informazione – chiedono – alla politica tutta di unirsi e risolvere una situazione disumana. Per tale ragione, nonostante il discredito e la denigrazione, propongo di legalizzare il caporalato, visto che non c’è volontà di combatterlo».

Fissati questi parametri vola a Dakar in Senegal:  “Ho avuto modo di incontrare il presidente del Parlamento del Senegal, Amadou Mame Diop – ha detto Soumahoro in una nota stampa – abbiamo parlato della necessità di lavorare nella direzione di un accordo bilaterale per garantire agli oltre 100 mila cittadine e cittadini senegalesi residenti in Italia di poter godere della loro pensione. Si tratta per il 62,8% di lavoratori di età molto giovane. Come conferma l’Inps, i migranti contribuiscono con circa 11 miliardi di euro alla spesa pensionistica del nostro Paese, ma ne usufruiscono solamente per circa 4,5 miliardi”.

“La pensione, oltre ad essere un diritto che lo Stato italiano non può negare agli amici del Senegal, è un incentivo al lavoro regolare e permette anche a chi vuole volontariamente fare rientro di non essere costretto a rimanere in Italia”, ha aggiunto Soumahoro,  che è stato ricevuto presso la presidenza del parlamento senegalese. Il parlamentare, ha dichiarato di avere avuto anche un colloquio fruttuoso con alcuni sindacati e con Ayib Daffé, presidente del gruppo parlamentare della maggioranza di governo.

“Ho anche avuto modo di confrontarmi con l’ambasciatrice italiana a Dakar Caterina Bertolini con la quale ho affrontato il tema delle tempistiche per i visti per lavoro, ricongiungimenti familiari, studio e le pratiche necessarie che, ad oggi, sono molto lunghe. Ho raccolto la disponibilità e la volontà dell’ambasciatrice a far fronte alle varie richieste attraverso un intervento capillare.

e al governo di legalizzare il caporalato. Le Louis Vuitton, acquistate da quella, che è ormai la sua ex compagna, sono solo un lontano ricordo. La priorità tornano a essere quei braccianti di cui, tutto a un tratto, si è tornato a interessare. «Questi – dichiara in una nota inviata agli organi di informazione – chiedono – alla politica tutta di unirsi e risolvere una situazione disumana. Per tale ragione, nonostante il discredito e la denigrazione, propongo di legalizzare il caporalato, visto che non c’è volontà di combatterlo».

Nel corso del suo viaggio a Dakar, Soumahoro ha anche trovato modo per regalare ai suoi follower la sua visione politica su Donald Trump. Commentando un passaggio un intervento del tycoon che ha detto di aver «sentito Dio dalla mia parte. Metterò fine alle guerre e finirò il muro. Pronti alla più grande deportazione dagli Usa». Una posizione che il parlamentare africano ha demonizzato. «Le parole di Trump sono intrise di odio, disprezzo e razzismo verso i migranti». Mica come i migranti delle coop della famiglia Soumahoro: quelli sì che venivano trattati con amore, dolcezza e ricoperti d’oro, tanto che dalle parti di Latina ci sono molti suoi connazionali e lavoratori africani che lo aspettano per chiarire molti punti ancora oscuri e situazioni che hanno lasciato in difficoltà decine di lavoratori africani.

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