Questa mattina l’Abruzzo si è risvegliato in zona arancione dopo la contestata (dal Governo) Ordinanza emanata ieri sera dal presidente Marsilio che permette la riapertura dei negozi di abbigliamento, calzature e articoli di gioielleria che avevano dovuto abbassare le saracinesche con l’avvio della zona rossa. La riapertura c’è stata in un clima di confusione per gli eventi accavallatisi nella serata di ieri. Il Direttore Regionale di Confesercenti Lido Legnini: “Con l’Ordinanza in vigore chi vuole oggi ha potuto riaprire. Auspicavamo una riapertura in accordo fra Regione e Governo ma va bene lo stesso perché si può tornare ad una apertura completa del commercio fisso. Abbiamo anche però chiesto alla Prefetture che in caso di cambiamenti di Ordinanze ci sia una comunicazione tempestiva alle associazioni di categoria e ai commercianti”. Marina Dolci, titolare del centralissimo negozio di via Roma a Pescara: “Con l’Ordinanza della Regione possiamo riaprire come abbigliamento e calzature e lo facciamo a ridosso dell’8 dicembre sperando di poter riprendere a lavorare dopo due settimane durissime”. Oggi nel capoluogo adriatico, complice anche il ponte dell’Immacolata Concezione e le scuole (quelle che hanno continuato in presenza) chiuse, non si vede molta gente in giro. Anche a Chieti chi ha voluto ha potuto riaprire anche se nel capoluogo teatino il lunedì mattina è giorno di chiusura settimanale.
In Abruzzo, a differenza delle altre regioni è stato lo stesso presidente Marsilio a firmare in queste ore il passaggio di colore dopo “aver avvisato il ministro Speranza”. Il Governatore aveva lui stesso sottoscritto un’ordinanza per entrare in zona rossa lo scorso 18 novembre ed ora ha annullato di fatto quel provvedimento con quello nuovo. Ma fonti di governo hanno precisato che “la cabina di regia che monitora i dati di tutte le regioni ha riconosciuto questa anticipazione che avrebbe potuto portare alla zona arancione nella giornata di mercoledì. La scadenza dei 21 giorni è però prevista per mercoledì, non per lunedì. Quindi non c’è avallo su questa ulteriore anticipazione”. Ma dall’Abruzzo si conferma il cambiamento di colore per oggi.
“Non cerco lo scontro istituzionale: collaboro e continuerò a collaborare con correttezza con il governo. Penso che il governo abbia fatto una interpretazione sbagliata delle norme e delle tempistiche che non tengono conto dei dati reali. Non sono un irresponsabile. Ho anticipato la zona rossa. Penso che bisogna essere seri: quando c’è pericolo si adottano soluzioni di salvaguardia, anche le più drastiche. Quando però i dati ci dimostrano che la situazione è sotto controllo torniamo ad aprire in sicurezza. Non credo che 48 ore di anticipo nell’apertura dei negozi possano stravolgere la situazione sanitaria del nostro territorio. La nostra regione è nella media nazionale.” Così Marco Marsilio, presidente della regione Abruzzo poco fa su Rai Radio1 all’interno del programma “Che giorno è” .
In realtà c’è stato uno scontro senza precedenti tra Governo e centrale e Regione Abruzzo sull’ordinanza firmata dal presidente Marco Marsilio. Il governatore di centrodestra ha infatti firmato il provvedimento che fa passare la sua regione da zona rossa, unica rimasta in Italia, ad arancione, senza aspettare una decisione in merito da parte del governo e in particolare del ministero della Salute guidato da Roberto Speranza.
Una decisone che ha spinto lo stesso Speranza e il collega Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, a inviare una lettera di diffida al governatore. “La invitiamo e diffidiamo a revocare ad horas l’ordinanza regionale n. 106 del 6 dicembre 2020, ricordandoLe le gravi responsabilità che potrebbero derivare dall’applicazione delle misure da Lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini abruzzesi. Ci riserviamo, in mancanza, di intraprendere ogni iniziativa, anche giudiziaria, per garantire l’uniforme applicazione delle misure volte alla gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 e salvaguardare, in particolare, il bene primario della salute delle persone“, si legge nella lettera di diffida.
Intervenendo in conferenza stampa nel pomeriggio, Marsilio è passato al contrattacco: “Ho ricevuto intorno a ora di pranzo la lettera di diffida firmata dai ministri Boccia e Speranza: io non voglio drammatizzare il conflitto con il governo ma francamente considero eccessivo se non risibile il tono intimidatorio e la minaccia di responsabilità penale rispetto ai contagi che deriverebbero da questo evento”, ha spiegato il governatore parlando della lettera di diffida arrivata dall’esecutivo.