Il portavoce dell’Isis, il 38enne siriano Abu Mohammad al-Adnani, sarebbe l’uomo che sovrintende agli attacchi dell’organizzazione fuori dall’Iraq e dalla Siria. Lo scrive il quotidiano Usa ‘New York Times’ citando funzionari americani ed europei. La stampa americana è sempre un passo più avanti della sua intelligence, per cui la segnalazione dovrebbe essere abbastanza valida. Il New York Times scrive in particolare che i recenti attacchi di Parigi e Beirut, oltre all’abbattimento dell’aereo russo sui cieli del Sinai, sono i primi risultati di una campagna terroristica pianificata a livello centrale da un’ala della leadership dell’Isis che sovrintende agli obiettivi esterni dell’organizzazione. Questa cellula per le operazioni internazionali offre assistenza strategica, addestramento e finanziamenti per azioni rivolte a infliggere il maggior numero possibile di vittime civili, ma lascia il compito della scelta del momento, del luogo e del modo degli attacchi in gran parte ai fidati operativi sul terreno. Al Adnani è, quindi, il nuovo strategia della guerra all’Occidente. Avrebbe ordinato le stragi di Parigi, sfruttando come capo logistico Abdelhamid Abaaoud, ed è il regista delle missioni all’estero dell’Isis. Tra i motivi di questo cambio di strategia da parte dell’Isis, scrive il Nyt, potrebbe esserci la volontà di carpire la leadership della jihad globale ai gruppi legati ad al Qaida. E questo, secondo un funzionario dell’antiterrorismo europeo, potrebbe indicare che è iniziata la gara tra l’Isis e al Qaida per vedere chi può attaccare l’Occidente nel modo migliore. Al Adnani è considerato da tempo uno dei dirigenti più importanti del ‘Califfato’, proclamato nell’estate del 2014 da Abu Bakr al Baghdadi. Al punto che le autorità americane hanno offerto nella primavera di quest’anno una ricompensa di 5 milioni di dollari a chi dovesse collaborare alla sua cattura. Un particolare dai risvolti ironici se si pensa che nel 2005 le forze Usa della Coalizione in Iraq lo avevano già arrestato dopo che si era unito all’insurrezione contro le forze di occupazione. Ma cinque anni dopo era stato rilasciato. Lo stesso era avvenuto a Al Baghdadi, per la cui cattura oggi Washington offre una taglia di dieci milioni di dollari. Nato a Binnish, nella Siria nord-occidentale, Al Adnani, si è formato come combattente nella provincia occidentale irachena di Al Anbar. Tra le sue dichiarazioni più famose come portavoce del Califfato ve n’è una del settembre 2014, in cui incitava i membri o sostenitori dello Stato islamico ad uccidere dovunque fosse possibile e con qualsiasi mezzo gli occidentali, in particolare ‘i malvagi e sudici francesi’. Abaaoud e altri 6-7 ‘operativi’ formerebbero la nuova squadra per le missioni all’estero o in Medio Oriente guidata da Adnani e voluta dal Califfo. Rispetto ai terroristi classici non celano il loro volto e lo mostrano nei video come fosse un grado, curano l’immagine di mujahed senza paura e si occupano delle cinture esplosive, studiano le strade sicure per far arrivare i complici fino a Bruxelles o Milano, e partecipano all’esecuzione. Sarebbero stati accertati collegamenti tra Adnani e il referente sul campo delle stragi di Parigi, Abddel Hamid Abaaoud, ucciso nel blitz delle forze speciali francesi a Saint-Denis dopo gli attentati.
Cocis