L’inchiesta della Procura di Perugia sui presunti dossieraggi abusivi è tutt’altro che conclusa. Come scrivono Corriere della Sera, Messaggero e Repubblica tra gli indagati c’è anche un funzionario dei Servizi segreti.
Si tratta di una persona vicina al luogotenente Pasquale Striano, accusato come lui di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto. Si indaga sul secondo livello, sui mandanti – spiega Repubblica – “Sono tutt’ora in corso approfondimenti investigativi su più fronti volti a comprendere se Striano abbia agito per conto di uno o più soggetti”, scrivono i pm.
I due paragrafi della lunga richiesta di arresto firmata dal procuratore Raffaele Cantone sono collegati e seguono l’uno all’altro: numerati 13 e 14 – si legge sulla Stampa – E basterebbero i titoli per spiegare come l’articolata inchiesta su manager politici e vip spiati sia tutt’altro che conclusa. Il primo recita: “I collegamenti di Striano con il Vaticano”. Il secondo: “Possibili rapporti con i sistemi di sicurezza (i Servizi ndr)”.
Crosetto: “Piena fiducia nei servizi”
“Ho letto su alcuni quotidiani, assurde ricostruzioni e illazioni in riferimento a un mio esposto al procuratore Cantone nell’ambito dell’inchiesta sui dossier, inchiesta nata da una mia denuncia”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa del ministro della Difesa, Guido Crosetto.
“Mi ero limitato a evidenziare al procuratore capo di Perugia – spiega il ministro – come una notizia (irrilevante e anche falsificata) apparsa su un quotidiano non potesse che provenire dall’interno dell’Aise, trattandosi di questioni coperte dalla legge 124/2007 e quindi secretate. Su questa vicenda, di cui avevo informato i vertici del comparto, ho poi avuto totale e piena cooperazione. L’idea stessa che la mia sfiducia riguardasse l’organizzazione o i suoi vertici e’ piu’ ridicola che falsa”. “Purtroppo – conclude il ministro – basta una sola mela marcia a fare danni. L’importante e’ individuarle ed agire di conseguenza. Anche perche’ l’esistenza di rapporti distorti tra servizi e informazione rappresenterebbe una minaccia reale all’assetto democratico. In Italia invece i servizi rappresentano un presidio di piena legalita’ e democrazia che sa anche depurarsi quando serve”.
“Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in finanza, ove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi ci sarebbe da fare un lavorone ma io non riesco”. E’ quanto scritto in un messaggio del 17 marzo 2022 dal luogotenente della guardia di finanza, Pasquale Striano, accusato di accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreto, a uno 007, che dovrà rispondere delle stesse accuse. Sono emerse interrogazioni abusive alla banda dati Sdi, S.o.s. e Sidna, su aziende e società. Calciatori, vip, manager e politici del calibro del ministro della Difesa, Guido Crosetto e del senatore Claudio Durigon, sono tra le persone finite nei dossieraggi abusivi, che secondo l’accusa della procura della Repubblica di Perugia, venivano effettuati dal sostituto procuratore della direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati e da Pasquale Striano. Quest’ultimo, ufficiale della guardia di Finanza, secondo quanto ricostruito dai magistrati di Perugia, guidati da Raffaele Cantone, insieme agli altri indagati avrebbe poi ceduto le informazioni ad alcuni giornalisti, indagati anche loro nell’inchiesta di Perugia. Nelle 200 pagine di richiesta di custodia cautelare, formulata dal procuratore capo di Perugia, Raffaele Candone, e dalla sostituta procuratrice, Laura Reale, emergono anche attività di dossieraggio nei confronti di alti prelati del Vaticano e ad imprese e aziende legate a quell’ambito.
“Inquietanti rivelazioni di stampa dimostrano che il bersaglio preferito dai giornalisti di sinistra era il Carroccio e Matteo Salvini. Oggi emerge un dato sconcertante che conferma quanto abbiamo sempre denunciato: una montagna di bugie strumentali sulla Lega e un pericoloso attacco alla democrazia”. Lo affermano in una nota Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, in merito alle notizie relative agli sviluppi dell’inchiesta di Perugia.
Sono oltre 10 mila le pagine di atti inviati alla Commissione parlamentare antimafia dalla Procura di Perugia riguardo all’indagine sugli accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale che si occupa di criminalità organizzata. Documenti ora a disposizione dei componenti dell’Organismo parlamentare e trasmessi dopo che il gip ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano e per l’ex sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati. Provvedimento che l’Ufficio guidato da Raffaele Cantone ha impugnato al riesame.
Cantone a inizio settembre aveva annunciato di voler inviare gli atti dell’inchiesta alla commissione parlamentare Antimafia, che tratterà il caso l’11 settembre, in polemica con il gip che gli ha respinto la richiesta. Secondo la procura infatti Striano e Laudati avrebbero potuto continuare a commettere i reati di cui erano accusati, oppure inquinare le prove a loro carico, e per questo veniva chiesto al tribunale di metterli in custodia cautelare.