Non ho mai seguito nessuna legge di mercato, ho sempre fatto quello che ho voluto. Con la libertà di fare quello che ho voluto: anche andando contro tutto quello che ci si sarebbe aspettato da me”.
La libertà, è uno degli aspetti della sua vita e della sua carriera che Achille Lauro rivendica. Anche presentando il suo nuovo album, il sesto di inediti, dal titolo Lauro, uscito il 16 aprile per Elektra Records/Warner Music Italy, che arriva dopo tre dischi “fuori da ogni logica” pubblicati l’anno scorso ed è stato anticipato dai singoli Solo Noi e Marilù.
“Vivo per fare qualcosa di unico e di originale. Fuori dagli schemi. Il paragone con Renato Zero? Di Zero ce n’è uno solo, come anche di Lauro. Il paragone è sbagliato”.
Un tour negli stadi? I traguardi non esistono, vuoi sempre qualche altra cosa, piuttosto ad un certo punto mi piacerebbe sparire come Mina e lasciare solo la musica”.
“Ma è in programma e appena sarà possibile farlo in sicurezza, lo farò. L’Italia è un Paese basato sulla cultura, dunque spero che ciò che sta accadendo nel mondo del calcio, con la riapertura degli stadi, accada anche per la cultura – ha commentato Lauro -. Bisogna uscire da questa situazione e poi anche ripensare il mercato. Non tanto per me, che posso stare anche senza concerti, ma per tutti quelli che ci lavorano”. Di certo il digitale può essere una strada da percorrere anche se “il live è un momento sacro, è confronto, è condivisione, è la strada che fai per arrivarci, è tutto il culto del concerto. Magari si potrebbe pensare a salotti digitali: l’importante è non rimanere isolati nella propria stanza”.