Il critico d'arte, pittore e filosofo italiano, Gillo Dorfles, in occasione dell'inaugurazione nelle Gallerie di Piazza della Scala dell'esposizione temporanea "1963 e dintorni", 4 giugno 2013. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

Addio a Gillo Dorfles, 107 anni guardando sempre al futuro

Quando era nato, nel 1910, la sua Trieste faceva parte dell’Impero austro ungarico. In una vita che ha superato alla grande e non di poco i cento anni (ne aveva compiuti 107 il 12 aprile), Gillo Dorfles, scomparso oggi a Milano, si e’ preso il lusso di sperimentare di tutto, dalla medicina alla filosofia, l’arte, l’architettura, la musica, la moda. E ha conosciuto praticamente tutti, da Italo Svevo quando era impiegato in una fabbrica di vernici a Eugenio Montale di cui era intimo, fino a Lucio Fontana, che ha contribuito a lanciare. Ha preso il caffé con Cesare Pavese e battibeccato con Salvatore Quasimodo, e’ stato ospite di Frank Lloyd Wright e amico personale di Renzo Piano.

Nato a Trieste da padre goriziano e madre genovese, laureato in medicina e specializzato in psichiatria, una grande passione anche per i cavalli, Angelo detto ‘Gillo’ ha da subito preferito l’attività di pittore e l’impegno come critico e studioso d’arte, che lo ha portato poi ad insegnare estetica nelle Università di Firenze, Trieste, Venezia e Milano: ”L’arte e’ l’unica passione a cui sono rimasto sempre fedele, sin dalle prime folgorazioni dell’astrattismo di Klee e di Kandinsky’, ha ripetuto spesso. Anche se l’interesse per la psichiatria, le sue letture attente di Jung e Rudolf Steiner, rimarranno una sorta di filo conduttore in molti suoi scritti.

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