Il calcio dice addio a Giovanni Custodero. Il “calciatore guerriero” di Fasano si è spento a 27 anni nella notte tra sabato e domenica, dopo aver lottato per quattro anni contro un sarcoma osseo.
Il ragazzo, che aveva subito l’amputazione di una gamba ed era stato costretto a cinque interventi chirurgici, oltre a varie sedute di chemio e radioterapia, alcuni giorni fa aveva scelto di entrare in coma farmacologico, stremato dalla lunga lotta contro il cancro. Prima della malattia, Giovanni giocava nel Cocoon Fasano calcio a 5, nel ruolo di portiere.
Il giovane pubblicava continuamente sui social aggiornamenti sulla sua malattia, sempre con il sorriso, facendosi promotore di molte iniziative di beneficenza. “Che senso ha stare a pensare alle cose brutte che la vita ci mette davanti quando basta solo aprire gli occhi e guardare oltre le nostre paure per accorgerci di quante cose belle ci circondano?”, scriveva.
Nel suo ultimo post, si era rivolto così un’ultima volta ai suoi followers: “Spero di essere stato di aiuto per molte persone. Voglio per l’ultima volta ringraziarvi per ciò che siete stati, siete e sarete sempre: la mia forza”.
“Ho deciso di trascorrere le feste lontano dai social ma accanto alle persone per me più importanti. Però, ora che le feste sono finite, ed insieme a loro anche l’ultimo granello di forza che mi restava, ho deciso che non posso continuare a far prevalere il dolore fisico e la sofferenza su ciò che il destino ha in serbo per me. Da domani sarò sedato e potrò alleviare il mio malessere”.
Questa la lettera alla famiglia: “È un ragazzo come tanti, che nel 2015 all’età di 23 anni inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra, mentre giocava in qualità di portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano. Dopo diversi mesi, gli viene consigliato di recarsi a Firenze e a marzo 2016 viene a conoscenza della dura realtà: è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui decide di amputare l’arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici”.
“Nel corso di questi anni le sfide sono tante: in seguito all’amputazione e si trova ad affrontare altri 5 interventi, seguiti da cicli di radioterapia e chemioterapia, ma lui non smette mai di sorridere. Vive col sorriso perché pensa che la sua vita sarebbe finita con la prima diagnosi, ma da quel giorno ogni alba è per lui un regalo dal valore inestimabile”.