Addio a James Hillman, filosofo e psicoanalista

E’ morto ieri negli Usa, all’età di 85 anni, il filosofo e psicoanalista americano James Hillman. L’annuncio della scomparsa è stato dato dalla moglie Margot McLean-Hillman al “New York Times”, precisando che il marito era malato da affetto da un tumore alle ossa.

Hillman, fu allievo di Carl Gustav Jung e a lungo direttore dell’istituto di Zurigo intitolato al grande psicoanalista, dalla pubblicazione di “Il codice dell’anima” (1996) è partito il suo successo.Il libro è diventato un best-seller negli Stati Uniti e in Italia (pubblicato da Adelphi nel 1997), e a due anni dall’uscita, aveva venduto 40 mila copie e tirato otto edizioni.

Tra i suoi libri pubblicati in italiano da Adelphi figurano: “Anima”, “Fuochi blu”, “Il mito dell’analisi”, “La vana fuga dagli dei”, “La forza del carattere”, “Saggio su Pan”, “Pur aeternus”, “Il suicidio e l’anima”, “Un terribile amore per la guerra”, “Il sogno e il mondo infero”, “L’anima del mondo” . L’editore Raffaello Cortina ha pubblicato “Cento anni di psicoterapia e il mondo va sempre peggio”.

James Hillman, conseguì il master all’Università di Zurigo, facendo il training psicoanalitico al Carl Gustav Jung Institute. Dal 1952 al 1953 visse in India, poi a Zurigo, divenendo allievo di Jung. La sua attività pubblica ha abbracciato un periodo di trentacinque anni, dal 1960 al 1995.

Subito dopo la laurea al Trinity College di Dublino, Hillman iniziò a portare avanti terapie di impronta junghiana già nel 1959, quando fu nominato “Director of Studies” del C. G. Jung Institute, dove rimase fino al 1969, quando abbandonò per una profonda crisi che gli fece rivedere interamente il modo di fare terapia.

Nel frattempo nel 1960 aveva pubblicato a Londra il suo primo best-seller scientifico “Emotion: a comprehensive phenomenology of Theories and Their Meanings for Therapy”. Nel 1970, rientrato negli Usa e diventato direttore delle Spring Pubblications, Hillman lanciò una nuova scuola di indirizzo junghiano sulla cultura e l’immaginazione, applicando le conclusioni tratte dalle analisi individuali a processi di senso collettivo.

Il movimento fondato da Hillman,la psicologia archetipa, ottenne fin da quasi subito un successo enorme, innovando profondamente la tradizione junghiana, tanto da fare di lui una sorta di “guru dell’anima”. Nel 1978 trasportò la sua cultura Mitteleuropea, il suo culto degli dei e della tradizione greca (riletta con gli occhi del filosofo Plotino) nella texana Dallas, avanguardia della più sintomatica modernità.

Qui fondò il Dallas Institute of Humanities and Culture. Nel 1984 si trasferì a Thompson (Connecticut), alternando l’insegnamento alla stesura dei saggi. Nel 1992 l’Università di Notre Dame, in Indiana, gli dedicò un Festival of Archetypal Psychology, che durò 6 giorni, con 500 partecipanti. Successivamente ha insegnato nelle Università di Yale, Syracuse, Chicago e Dallas, e, seguendo il filo delle proprie riflessioni, si è dedicato anche ad una intensa attività di animazione culturale, rivolta ai più vari aggregati sociali: architetti, educatori, operatori sociali, artisti.

 

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