“È con il cuore pesante che dobbiamo annunciare che il nostro amorevole padre, Sir Roger Moore, è morto oggi in Svizzera dopo una breve e coraggiosa battaglia contro il cancro”. Così Deborah, Geoffrey e Christian, i figli dell’attore britannico, hanno annunciato con un tweet la scomparsa del padre, 89 anni, avvenuta oggi in Svizzera. “L’amore con il quale è stato circondato nei suoi ultimi giorni – prosegue il post – è stato così immenso che non può essere quantificato con le sole parole”. Quello stesso amore con il quale il pubblico, negli anni, ha ripagato la lunga e ricca carriera di uno degli attori più popolari del piccolo e grande schermo. Dai film in cui ha interpretato l’agente segreto di sua maestà (ben sette, è stato il più longevo nel ruolo di Bond) alle serie tv, celebri anche in Italia, come Il santo, con il suo ladro gentleman Simon templar, o Attenti a quei due o, prima ancora, Ivanohoe.
Roger Moore era nato a Londra il 14 ottobre del 1927, figlio di un agente di polizia, quasi un segno del destino per quello che sarebbe diventato il più famoso agente 007. L’interesse per il teatro e per la recitazione si fa sentire presto, Moore studia alla Royal Academy of Drama e comincia a frequentare i piccoli teatri del West End. ma la guerra è alle porte e Roger deve lasciare il palcoscenico per servire il paese in divisa. Finta la guerra presta servizio per un periodo nella Germania Ovest poi finalmente torna a lavorare in teatro, prova anche con la radio e comincia ad ottenere piccoli ruoli in tv. Lavora anche come modello grazie alla sua prestanza fisica e a quell’eleganza innata che lo avrebbe caratterizzato per tutta la vita.
. È il 1973 quando l’attore prende in carico un’eredità pesante, quella lasciata da George Lazenby che a sua volta l’aveva raccolta – ancora più presante – da Sean Connery: interpretare James Bond. Lazenby con Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà (1969) non ce l’aveva fatta: recensioni negative e la bocciatura dei Bond-maniaci. Moore lancia il cuore oltre l’ostacolo e ce la fa: Agente 007 – Vivi e lascia morire, il suo esordio, è un enorme successo di critica e al botteghino. Seguono L’uomo dalla pistola d’oro, La spia che mi amava, Moonraker – Operazione spazio, Solo per i tuoi occhi. Nelle interviste comincia a dirsi stanco del personaggio ma i produttori non lo mollano, anzi, lo chiamano alla prova più dura: tornare in quello smoking in Octopussy – Operazione piovra (1983), per rispondere colpo su colpo all’uscita, in contemporanea, del Bond apocrifo Mai dire mai con Connery nel ruolo di 007. Risultato: Moore, anche se di pochi dollari, batte il mostro sacro al botteghino. A 58 anni gira il suo ultimo film nei panni dell’agente segreto, Bersaglio mobile. È il 1985, l’attore rinnegherà il ruolo, troppo violento, e lui troppo anziano per la parte.
Negli anni successivi, lasciato Bond, Moore partecipa a numerosi film d’azione e di guerra, come Gold – Il segno del potere, Ci rivedremo all’inferno, I 4 dell’oca selvaggia, Amici e nemici, L’oca selvaggia colpisce ancora per citarne solo alcuni. Autoironico e con lo humor che all’inizio della carriera aveva rappresentato la sua cifra, non disdegna le commedie, come Toccarlo… porta fortuna, I seduttori della domenica, La corsa più pazza d’America, Pantera Rosa – Il mistero Clouseau, Doppia coppia all’otto di picche. Ma con il passare degli anni i “no” alle proposte cinematografiche sono più dei “sì” e Moore si dedica alle campagne umanitarie. Nel 1991 diventa ambasciatore dell’Unicef, nel 2003 la Regina Elisabetta lo nomina Cavaliere dell’Impero Britannico, nel 2009 l’associazione animalista People for the Ethical Treatment of Animals lo elegge ‘Persona dell’anno’ per la sua campagna contro la produzione del foie gras.