Con 348 sì, 17 no e 28 astenuti la Camera ha approvato la proposta di legge Richetti in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali.
A votare a favore sono stati il Pd, M5S, Lega, Fdi, Sinistra italiana e Scelta civica. Voto contrario da Ap, mentre Mdp si è astenuto. Forza Italia, infine, non ha partecipato al voto, restando in Aula.
Viene esteso, nei confronti dei parlamentari in carica e di quelli futuri, il sistema previdenziale contributivo vigente per i dipendenti pubblici. Ai fini della determinazione del trattamento previdenziale i parlamentari sono assoggettati al versamento di contributi previdenziali trattenuti d’ufficio sull’indennita’ parlamentare; nel caso in cui i parlamentari optino per il trattamento economico in godimento presso l’amministrazione di appartenenza, in luogo dell’indennita’ parlamentare, possono chiedere di essere ammessi al versamento di contributi, allo scopo di ottenere la valutazione del mandato parlamentare ai fini previdenziali. In tal caso, le trattenute si effettuano sulle competenze accessorie.
La proposta prevede che il nuovo sistema, interamente contributivo, si applichi integralmente non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli gia’ cessati dal mandato che percepiscono gli assegni vitalizi: ‘Le disposizioni della presente legge si applicano agli eletti in carica alla data di entrata in vigore della medesima legge, a quelli eletti successivamente a tale data, nonche’ a quelli cessati dal mandato precedentemente’.
Per avere diritto alla pensione il parlamentare deve avere esercitato il mandato per almeno 5 anni. La frazione di anno superiore a 6 mesi e’ computata come anno intero ai fini della maturazione del diritto, fermo restando il versamento per intero dei contributi. Le pensioni saranno calcolate secondo i principi della legge Fornero ma solo a partire dalla prossima legislatura: quelli eletti nella prossima legislatura quindi, sempre che tale legge sia approvata in via definitiva al Senato, percepiranno la pensione come tutti gli altri lavoratori a 66 anni e 7 mesi. Mentre per i deputati dell’attuale e delle scorse legislature valgono le regole della rifoma del 2012 che prevede 65 anni per una sola legislatura e 60 anni per chi ne ha piu’ di una.
Acceso il dibattito politico, sia per la rivendicazione della primazia fra Pd e M5S nella paternità della proposta sia per l’opposizione di Forza Italia e altri gruppi di centro al provvedimento. Numerosi i richiami alla supposta incostituzionalità del testo e all’eventualità che la Corte costituzionale lo possa cassare in tutto o in parte.
Alla fine esultano tutti, o quasi. ‘È scacco matto. Non avete neppure la possibilità di lamentarvi, dovete pure far finta che gli piaccia! Perchè lo sappiamo tutti che dentro al Pd il vitalizio se lo vogliono tenere stretto. E oggi lo sentiamo il loro fiatone, il loro affanno nel rincorrerci su un tema che non gli appartiene, che non è nel loro Dna!’, dice il vicepresidente pentastellato della Camera, Luigi Di Maio, nella sua dichiarazione di voto in Aula.
Sui social Beppe Grillo rilancia: ‘La nostra guerra al privilegio non finisce oggi. Ma oggi abbiamo vinto una battaglia fondamentale nel modo migliore possibile. Vi terremo il fiato sul collo fino a quando tutto l’iter non sarà completato, in Senato non vi daremo tregua’.
‘Dicono che l’abolizione dei vitalizi e’ stato un cedimento all’antipolitica, ma Richetti questa cosa l’ha fatta nel 2013. Registriamo comunque una differenza col M5S che parla parla parla, poi non stringe mai. Invece il Pd le cose le fa, la differenza e’ tutta qui’, replica a distanza Matteo Renzi.
‘Noi le cose le facciamo! Oggi la Camera approva l’abolizione dei vitalizi. Grazie a Matteo Richetti per il suo equilibrio e costanza’, gli fa eco su Twitter il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato.