Addio al latte fresco nel 2023? Cosa succederà e perché

Il mercato cambia e l’azienda del latte si adegua puntando al pastorizzato: quello fresco sarà solo un lontano ricordo entro fine 2023? C’è la decisione

Presto il latte fresco potrebbe essere sostituito da quello pastorizzato, con una data di scadenza a dieci giorni, a causa del netto cambiamento delle abitudini di acquisto delle famiglie. È questa l’idea di una delle aziende big nel settore in Italia, Granarolo, che dopo aver appreso dei tanti, troppi, sprechi in negozio e nella distribuzione, ha preso la decisione di dire addio al latte fresco nei supermercati e non solo a partire dal 2023.

Addio al latte fresco, la decisione

A spiegare i motivi di questa drastica decisione è stato Gianpiero Calzolari, il presidente della cooperativa bolognese composta da circa 600 allevatori di 12 regioni italiane con un fatturato complessivo da oltre 1,2 miliardi. Per Granarolo, infatti, gli sprechi e il latte buttato via a causa di nuove abitudini di consumo, e soprattutto di spesa, dopo la pandemia, non possono più essere ignorati. “Il mercato ha scelto” ha detto Calzolari, sottolineando che ormai è il cliente a dettare il passo per le aziende (qui vi abbiamo parlato della stangata su latte e formaggio).

“Il consumatore sceglie sempre di più cibi con una durata più lunga, perché non fa più la spesa con la stessa frequenza di prima” ha ribadito, sottolineando poi che gettare via il latte “è un crimine”. Ecco perché quindi in questi mesi la società ha testato il nuovo latte pastorizzato che sembra essere identico a quello fresco. Anche se non lo è. Gli assaggiatori, infatti, non hanno trovato, a occhi chiusi, differenze tra le due bevande in termini di gusto e i valori nutrizionali sono mantenuti. Finiti i test, ora i dati di vendita in negozio confermano la preferenza verso il latte che dura di più.

Verso il latte pastorizzato, meno sprechi e più sostenibile

Da Granarolo c’è soddisfazione per i risultati ottenuti dal nuovo prodotto. Calzolari, infatti, ha sottolineato che c’è stato un calo dei resi e soprattutto che c’è maggiore richiesta di latte a scadenza a lungo termine, a dieci giorni.

Il latte fresco, quello che in frigo non resiste per più giorni, è quindi un lontano ricordo. Soprattutto se il nuovo è più sostenibile sia per la filiera sia per l’ambiente. “La nuova confezione ha un migliore impatto ambientale, il tappo riduce la plastica del 35% e non si stacca dalla bottiglia come prevede l’Unione europea” sottolineano dalla cooperativa bolognese che ha l’obiettivo di sostituire il fresco col pastorizzato in questo 2023 (qui vi abbiamo parlato dell’allarme latte).

L’allarme siccità per il latte

Ma in Granarolo i problemi non sarebbero finiti qui. L’emergenza più stringente, infatti, è quella legata alla siccità che potrebbe provocare non pochi problemi. Infatti, come riferito da Calzolari, se non piove, mancano i foraggi e quindi mancano i prodotti: “Oggi non c’è un problema di mancanza di latte, ma non è escluso che ci sia in futuro”.

Il presidente della cooperativa bolognese ha quindi lanciato il campanello d’allarme: “Quando l’acqua c’è, poi, non riusciamo nemmeno a trattenerla, è una vera assurdità. Per questo è necessario avere più bacini. Dopo la crisi dell’anno scorso abbiamo sentito tante chiacchiere, ma non c’è stata una vera iniziativa. Ci vuole una maggiore tempestività, la siccità è un’emergenza e va trattata come tale”.

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