Sono molti i Paesi nel mondo che stanno lavorando a questa grande novità, costruire le strade con la plastica riciclata anziché utilizzare l’asfalto. Soluzione sicuramente a impatto zero e oltretutto si tratta di un materiale in grado di reggere meglio alle alte e basse temperature.
Un’idea che è venuta agli indiani già vent’anni fa, la plastica riciclata ha anche la capacità di durare molto di più nel tempo ed è circa tre volte più resistente dell’asfalto. Una tecnica che risolverebbe il problema dell’inquinamento da plastica e anche quello delle buche che paiono crateri sul manto stradale. A Chennai, dopo quasi 20 anni, nonostante il caldo, le auto, i monsoni e molti altri fattori, le condizioni delle strade in plastica sono ancora ottimali, senza crepe e buche, sembra un sogno.
Nonostante i risultati positivi, nelle nostre zone i primi esperimenti e studi per costruire le strade con tappi e bottiglie di plastica riciclati risalgono a pochi anni fa. Il composto che dovrebbe essere utilizzato per realizzare le strade è formato dai 3 ai 10 kg di plastica riciclata per ogni tonnellata di asfalto, usato come collante. La società MacRebur ha usato questo composto per pavimentare due anni fa una delle più trafficate strade del borgo di Enfield a Londra. Lo stesso metodo è sbarcato anche oltre Europa, in Australia, America del Nord e Dubai. In Olanda invece è stata realizzata una pista ciclabile di 30 metri con plastica riciclata.
Oggi anche l’Italia sta lavorando per realizzare le sue ‘strade di plastica’, sulla via Ardeatina di Roma ad esempio troviamo oggi il primo tratto al mondo costruito con un supermodificante in grafene e plastica riciclata, il Gipave, creato da Iterchimica in collaborazione con Directa Plus, G.Eco (Gruppo A2a) e l’Università Bicocca di Milano. Una nuova tecnologia che aumenta fino al 250% la resistenza dell’asfalto, eliminando il problema delle buche e rendendolo antismog e antighiaccio. Le strade costruite con il Gipave sono riciclabili al 100%, riducendo l’estrazione di nuovi materiali e l’impiego di bitume di primo utilizzo.
Nel nostro Bel Paese comunque la plastica potrebbe essere usata anche come carburante per le auto. La Lifenergy di proprietà della Firmin, azienda leader nel settore dei prodotti petroliferi in Trentino alto Adige, se ne sta occupando. In tutto il mondo ci sono società che ci stanno lavorando. Proprio in Trentino nascerà il primo impianto per riconvertire la plastica non riciclabile in biocarburante. Pare che per ogni tonnellata di plastica riciclata si potranno ottenere 900 litri di combustibile, con un costo pari a meno della metà del prezzo del petrolio.
Le “plastic road” hanno molteplici vantaggi, tra cui la leggerezza e il design modulare che rendono la costruzione e la manutenzione più veloce, semplice ed efficiente rispetto alle strutture stradali tradizionali; inoltre la cavità interna può essere usata per raccogliere l’acqua, evitando inondazioni. Le istituzioni stanno portando avanti numerose campagne “plastic free”.