Riguardo alla legge sulle unioni civili e le adozioni gay, la presidente della Camera Laura Boldrini interviene, impropriamente, a gamba tesa in una questione etico-politica, al momento all’esame del Parlamento: ‘Quando il partner muore ed il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio. E’ quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere naturale perchè non deve essere anche un diritto?’. La Boldrini, quindi, si schiera a favore della ‘stepchild adoption’ contenuta nel ddl Cirinnà. Sarebbe grave il contrario, dice la Boldrini, se il partner si disinteressasse di questo figlio e lo lasciasse al proprio destino. Se è un dovere naturale perchè non deve essere anche un diritto?. Ricordiamo che il presidente della Camera dei Deputati è la terza più importante carica della Repubblica Italiana dopo quelle di Presidente della Repubblica e di Presidente del Senato. Il suo ruolo principale è quello di provvedere al corretto funzionamento della Camera dei deputati, garantendo l’applicazione del regolamento e provvedendo al buon andamento delle strutture amministrative della stessa. Rappresenta la Camera e, in aula, giudica della ricevibilità dei testi, mantiene l’ordine e dirige la discussione. Al Presidente spetta la scelta della Commissione permanente cui far esaminare i progetti di legge presentati alla Camera, salva opposizione di un capogruppo o di un decimo dei deputati, che rimette all’Aula la decisione. I regolamenti parlamentari del 1971, se da un lato accentuavano l’importanza dei gruppi parlamentari, dall’altro conferivano al Presidente un alto profilo simbolico. Si diede così peso ad un modello nuovo di Presidenza, con caratteri di forte legittimazione, e diffuso riconoscimento istituzionale. Il Presidente deve essere un ‘uomo della Costituzione’, privo di rapporto fiduciario con la maggioranza, e proprio per questo politicamente neutrale. Pertanto, la terza carica dello Stato non dovrebbe mai schierarsi. Se lo fa, come ha fatto la Boldrini, travalica i suoi compiti istituzionali. In questo caso c’è per la verità il precedente del Presidente del Senato, Pietro Grasso, che qualche settimana fa travalicò i suoi compiti di seconda carica dello Stato affermando pubblicamente, in una intervista a ‘La Stampa’, che le adozioni gay sarebbero addirittura un ‘dovere’. Consentitemi, parliamo di una pura follia ‘istituzionale’. Ricoprire ruoli istituzionali così altamente simbolici e pregnanti non è come giocare a ping-pong. La regola del ‘distacco’ dalle tematiche in esame è un requisito imprescindibile per ricoprire tali ruoli. Ancor più grave è che la esternazione domenicale della Boldrini sulle adozioni gay segue le varie manifestazioni tenute dal ‘popolo arcobaleno’ in varie città italiane a sostegno del ddl Cirinnà. Manifestazioni che, a dispetto di quanto affermato dagli organizzatori, non hanno visto una travolgente partecipazione di massa, ma che però sono comunque servite per incoronare la Cirinnà come paladina dei cosiddetti diritti civili e delle adozioni gay, o stepchild adoption. Guerra insensata tra le primedonne Boldrini e Cirinnà? Non so che dire, certo è che è stato smarrito il lume della ragione. Anche Maurizio Gasparri attacca Laura Boldrini dopo l’ invasione di campo sul tema delle unioni civili: ‘Chi si meraviglia della faziosità della Boldrini in materia di unioni civili forse viveva di illusioni. Perché cosa ci si può aspettare da chi ha già tante volte dimostrato spirito di parte più che animo da garante super partes’. Gasparri entra anche nel confronto tra le forze politiche sul ddl Cirinnà: ‘La chiara posizione assunta da FI con la nota dei capigruppo Brunetta e Romani concordata con il presidente Berlusconi contribuisce a un confronto chiaro e costruttivo. Riteniamo che la regolamentazione dei diritti non trovi nella proposta Cirinnà una soluzione adeguata. Si apre piuttosto la strada alla stepchild adoption, all’equiparazione unioni civili-matrimonio, al rischio di adozioni generalizzate con l’implicazione dell’utero in affitto, pratica che tutti criticano ma che vedremo poi all’atto pratico se vorranno vietare con norme ancor più nette. Occorre un confronto leale. Forza Italia ha presentato 272 emendamenti perché ci interessa una discussione sui temi, non una pratica ostruzionistica. E’ inutile intasare il Senato di emendamenti. E’ necessario formare uno schieramento ampio e trasversale che difenda l’idea di famiglia così come l’ha definita la Costituzione laica e repubblicana. Bisogna evitare che dai diritti delle persone si passi a uno stravolgimento antropologico e incostituzionale’. Gasparri si dice certo la società civile farà sentire la propria voce sabato prossimo al Family day dove si difenderà la famiglia con una partecipazione molto forte e che ridimensionerà le mini sortite del popolo arcobaleno.
Cocis