Pierleonzio Caliaro, fotografo da oltre 40 anni, non poteva immaginare che la sua grande passione lo avrebbe portato a contrarre il cancro al polmone da amianto. Invece è la triste e concreta realtà.
Nel 1991, il Sig. Caliaro affitta un locale di circa 250 mq nell’hinterland di Vicenza, per potervi creare la sede della sua azienda: uno studio grafico e fotografico.
Questo locale che per 18 anni è stato per lui, per sua moglie e per i suoi due figli come una seconda casa aveva un “ospite” indesiderato e di cui tutti ignoravano l’esistenza: l’amianto.
Passando all’interno dello studio la maggior parte del tempo, l’intera famiglia, inconsapevolmente, è stata esposta ad un grave rischio per la propria salute.
Il Prof. Irving Selikoff in “Asbestos and disease” del 1978, sottolinea che anche “una dose piccola, “straordinariamente piccola”, di fibre di amianto può costituire la scintilla che poi porta al mesotelioma”. Anche il tumore al polmone può essere causato da basse dosi, o presunte tali.
La prima avvisaglia risale al 2009 quando, in seguito ad alcune infiltrazioni d’acqua all’interno del locale, con annesse polveri “sospette”, Caliaro tramite l’ufficio ambiente dell’Associazione Artigiani ha richiesto che questo materiale venisse analizzato tramite un laboratorio specializzato. I risultati hanno parlato chiaro: il 5% di quelle polveri era composto da amianto. Il locale, ancora sotto sequestro con tutto il materiale e le attrezzature fotografiche, è stato dichiarato inagibile nel successivo 2010.
Consapevole dei rischi e della pericolosità alla quale sia lui che la sua famiglia erano stati esposti, tutti hanno cominciato a sottoporsi a controlli periodici all’Ospedale di Vicenza e nel 2013 quando a Pierleonzio Caliaro viene diagnosticato un nodulo ai polmoni che dopo 3 anni si è trasformato in un tumore al polmone.