E’ salito ad almeno dodici morti e 50 feriti il bilancio odierno dei disordini che da quattro giorni stanno mettendo a ferro e fuoco l’ Afghanistan dopo il rogo di alcune copie del Corano ad opera dei militari americani nella base di Bagram. La provincia dove si registrano più morti è quella di Herat dove è stato attaccato il consolato statunitense: più di 500 persone sono scese nelle strade dando alle fiamme diversi veicoli, compre le auto della polizia. Nell’intera provincia i disordini hanno provocato la morte di sette persone. Altre due hanno perso la vita nella provincia orientale di Khost mentre un altra è caduta nella provincia settentrionale di Baghlan. La provincia di Herat è sotto il comando del contingente italiano e fino ad ora i militari italiani non sono coinvolti negli incidenti. Fonti militari fanno sapere che nessuna manifestazione di protesta sta interessando le basi militari italiane nell’ovest del Paese: né quella del Prt (Team di ricostruzione provinciale), che si trova nel centro di Herat, né Camp Arena, il quartier generale ubicato nell’area dell’aeroporto. Anche nelle altri basi italiane nella regione occidentale la situazione è allo stato tranquilla. Si fa difficile la situazione a Kabul, dove stanno marciando centinaia di persone verso il palazzo del presidente Hamid Karza. Fino ad ora in città sono morti due manifestanti. La folla, radunatasi in strada dopo la preghiera del venerdì, ha lanciato pietre contro gli agenti, scandendo slogan contro l’America.