Di fronte all’avanzata dei talebani che sono ormai prossimi a Kabul la diplomazia internazionale cerca di correre ai ripari in vista di un rapido peggioramento della situazione. In un vertice urgente tra gli ambasciatori della Nato e presieduto dal segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, è stato ribadito che “i talebani non saranno riconosciuti dalla comunità internazionale se prenderanno il Paese con la forza. Rimaniamo impegnati a sostenere una soluzione politica del conflitto”. Ma si è discusso soprattutto dei piani per l’evacuazione dei cittadini stranieri e del personale diplomatico. Una linea d’azione seguita anche dall’Italia che ha lasciato l’Afghanistan da giugno con il ritiro delle truppe da Herat. Sul punto è stato esplicito il ministro degli Esteri, Luigi di Maio. “Ci stiamo preparando ad ogni evenienza anche quella dell’evacuazione, dobbiamo pensare alla sicurezza del personale della nostra ambasciata e dei nostri connazionali. Se sarà necessario, con l’importante aiuto della Difesa, porteremo tutti in sicurezza in Italia in tempi rapidi”, spiega in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. E poi ribadisce che “non ci sarà un nuovo impegno militare, ma non possiamo pensare di abbandonare dopo 20 anni il popolo afghano”
La Farnesina insieme al ministero della Difesa e a quello degli Interni si sta occupando dei rimpatri dei 391 ex collaboratori che si trovano ancora in Afghanistan: sono soprattutto interpreti, autisti e personale da vario genere.