A pochi giorni dall’insediamento del governo talebano in Afghanistan si è svolto a Villa Malta a Roma un incontro per fare il punto sulla situazione attuale e il futuro del Paese. In occasione anche del ventesimo anniversario della morte di Ahmed Shah Massoud, il Leone del Panjshir, comandante rispettato e amato dei combattenti musulmani della resistenza afghana durante la guerra contro i sovietici prima, e contro i talebani poi, il Glocal observatory on local communities ha riunito esperti, politici e giornalisti per ragionare sul futuro che attende l’Afghanistan all’indomani dell’invasione talebana e i risvolti geopolitici che ne potranno conseguire. La conferenza è iniziata con un messaggio di benvenuto Amrullah Saleh, primo vicepresidente dell’Afghanistan. Alla tavola rotonda erano presenti Vas Shenoy, presidente di Glocal Cities, Khalid Ahmed Zakriya, ambasciatore dell’Afghanistan in Italia, Ahmed Wali Massoud, presidente fondazione Massoud, l’onorevole Fawzia Koofi, attivista per i diritti delle donne in Afghanistan, l’ex generale Giorgio Battisti, la dottoressa Laura Harth, del Comitato globale per l’applicazione delle leggi e il giornalista Fausto Biloslavo. L’ambasciatore Zakriya ricordando il Leone del Panjnshir, eroe della resistenza, ha espresso preoccupazione per quello che sta accadendo nella sua terra, sottolineando che Massoud deve rappresentare la continuità del pensiero preminente che deve regnare in Afghanistan alla luce dei drammatici fatti che hanno travolto il suo popolo. La comunità afghana deve imporre un governo inclusivo con una commissione per i diritti umani, aggiungendo la guerra globale contro il terrorismo è appena iniziata. Laura Harth ha ricordato le vittime militari e civili del conflitto afghano, evidenziando come nel mondo vi siano numerose popolazioni, oltre gli afghani, che sono alla ricerca continua del riconoscimento dei propri diritti umani e civili. Ha affermato poi che la comunità internazionale è dinnanzi ad una scelta, o arrendersi ai talebani e rinunciare ad ogni pretesa di libertà o alzarsi in piedi per i diritti e per il sogno di libertà della popolazione afghana: l’Europa ed il mondo devono lottare per quelle persone che stanno pagando il prezzo più alto per questo conflitto. L’ex generale Battisti ha espresso solidarietà nei confronti della popolazione afghana, sottolineando che i militari dovranno affrontare la più grande sfida di sempre. La differenza tra i talebani di oggi e quelli di ieri, secondo Battisti, è che a differenza del passato ora gli estremisti islamici hanno acquisito capacità comunicative per mascherare il loro estremismo e dare una parvenza di occidentalizzazione. I talebani secondo l’ex generale hanno vinto nel momento in cui è stato dato l’ordine ai militari di arrendersi al confine con il Tagikistan, con la contestuale resa delle comunità internazionale, “ho visto dei colleghi piangere quando hanno dovuto abbandonare le proprie postazioni”, ha concluso Battisti. “Auguro tutta la fortuna possibile, da soldato a soldato, ai militari afghani”, ha aggiunto commosso. Bioslavo, reporter collegato da Kabul, ha raccontato di essere tornato da poco dalla valle del Panjnshir, ricordando l’incontro avuto lì nell’87 con Massoud, durante il conflitto con i sovietici. Ha raccontato di non aver notato grossi segni di combattimento tra la resistenza e i talebani, e di aver incrociato lunghissime colonne di mezzi blindati guidati dai talebani che presidiavano il territorio. Bioslavo ha raccontato di aver visto centinaia e centinaia di profughi in fuga dal Panjnshir. “Una situazione drammatica – ha concluso – che appare irreversibile”. “La responsabilità di questa debacle – ha aggiunto – è di tutti”. L’auspicio dei relatori di questo incontro è che la comunità internazionale batta un colpo e non lasci inascoltato il grido d’aiuto della popolazione afghana.
Luca Teolato e Luigi Viscardi