Afghanistan. Nato ammette uccisione otto ragazzi

La Nato ha ammesso solo oggi l’uccisione di otto ragazzi afghani durante un raid aereo, avvenuto l’8 febbraio, sottolineando che i giovani erano tutti armati e rappresentavano una “minaccia” per i soldati. Il presidente afghano Hamid Karzai aveva condannato i bombardamenti nella zona della provincia di Kapisa, dove sono di stanza le truppe francesi. Il commodoro Mike Wigston dell’aviazione britannica ha detto che la Nato sta esaminando le fotografie dei cadaveri dei ragazzi, che avrebbero fra i 15 e i 16 anni. “Erano giovani afgani, di taglia simile a quella degli adulti, atletici, forti e non dubbi sul fatto che stessero trasportando armi”, ha detto Wigston nel corso di una conferenza stampa. Ma l’inchiesta ordinata da Karzai fornisce una versione differente. Secondo Mohammad Tahir Safi, membro del parlamento di Kapisa, le vittime erano molto più giovani, fra i 6 e i 14 anni, con un ragazzo fra i 18 e i 20 che aveva oltretutto problemi mentali. Il gruppo aveva acceso un fuoco a 600 metri di distanza da un villaggio dove le truppe francesi stavano effettuando un’operazione. Nel giro di pochi minuti un aereo ha sganciato due bombe contro di loro.

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