Afghanistan, Save the Children: “12.500 bambini uccisi o feriti in 3 anni”

In 18 anni di conflitto tra le forze della coalizione e i talebani ogni bambino in Afghanistan ha vissuto violenze e terrore senza mai conoscere la pace. Ogni giorno, 20 milioni di bambini si alzano per iniziare la giornata con la paura degli spari e delle bombe, che li possono colpire nelle strade, nelle scuole o nelle loro case. In soli 3 anni (2015-2018) 12.500 sono stati uccisi o feriti e 274 arruolati per combattere, 3,8 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria e 600.000 sono afflitti da malnutrizione grave, mentre 3,7 milioni sono senza scuola, soprattutto se sono bambine (60% del totale), e almeno 700 scuole sono state chiuse a causa del conflitto solo nel 2018. Questo l’allarme lanciato oggi da Save the Children nel giorno del 18° anniversario dall’inizio del conflitto in Afghanistan.

“Immaginiamo che cosa significa compiere 18 anni dopo un’infanzia e un’adolescenza vissute interamente con la paura delle esplosioni, perdendo la scuola perché è troppo pericoloso andarci, e senza sapere se i tuoi genitori e i tuoi cari ritorneranno a casa vivi la sera. Le violenze sono continuate con intensità costante negli ultimi mesi, solo ad agosto sono state uccise 74 persone in media al giorno”, dichiarato Onno Van Manen, direttore di Save the Children in Afghanistan, “i nostri operatori incontrano ogni giorno bambini che non possono andare a scuola, che lavorano nelle strade per aiutare le famiglie ad arrivare a fine mese, molti dei quali sfollati a causa del conflitto che ha costretto, solo quest’anno, 280.000 persone, più della metà bambini, a fuggire dalle loro case per mettersi al sicuro”.

“È preoccupante constatare come questi bambini si siano abituati ad un tale livello di violenza. Sappiano che sono incredibilmente resilienti, ma nessun bambino dovrebbe considerare normale il rumore delle esplosioni o degli elicotteri d’attacco. I bambini in Afghanistan dovrebbero essere protetti e sentirsi sicuri di poter andare a scuola per costruire il loro futuro”, aggiunge Van Manen, “questo anniversario segna la perdita dell’infanzia non per una ma per molte generazioni. Per il bene dei bambini afghani e dell’intero Paese, le parti in conflitto devo fare ogni sforzo possibile per fermare le uccisioni e i ferimenti dei bambini rispettando le leggi internazionali, ed evitare ogni attacco alle scuole e agli ospedali”.

“È tempo – conclude Van Manen – di fermare questa guerra sui bambini. Se le leggi internazionali vengono violate e i bambini ne soffrono le conseguenze, ci devono essere indagini indipendenti per far sì che i responsabili ne rispondano davanti alla giustizia. La comunità internazionale non può dimenticare questi bambini che hanno estremo bisogno di aiuto e di sostegno psicologico per superare i traumi, e hanno il diritto di poter andare a scuola senza il timore di essere colpiti e subire ulteriori danni”. Save the Children è presente in Afghanistan dal 1976, e ha raggiunto, nel solo 2018, direttamente 600.000 bambini tra i più vulnerabili, con interventi di cura, nutrizione, educazione e protezione per le vittime di abusi, violenza, negligenze o sfruttamento.

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