Cambio ai vertici delle Agenzie Fiscali ‘gestite’ dal neo ministro dell’Economia Daniele Franco. Seguendo alla lettera il Manuale Cencelli e lo spoil system il nuovo numero uno di via XX Settembre si appresta a mettere le mani sui vertici dell’Agenzia dell’Entrate, delle Dogane e Monopoli e del Demanio. La decisione sarebbe stata presa, manca solo l’ufficialità che dovrebbe arrivare a stretto giro e comunque non oltre la fine del mese di aprile. Sarebbero previste due riconferma ed una new entry. Al vertice della macchina fiscale italiana sarà confermato Ernesto Maria Ruffini, in quota Renzi. Anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dovrebbe essere confermato l’economista Marcello Minenna, vicino ai 5Stelle. Unico cambio si profila ai vertici dell’Agenzia del Demanio. L’attuale direttore, Antonio Agostini, dovrebbe essere sostituito con Alessandra Dal Verme, cognata del commissario all’Economia dell’Ue Paolo Gentiloni. Attualmente la Dal Verme ricopre il ruolo di dirigente dell’ispettorato generale per gli affari economici alla Ragioneria dello Stato. Una struttura che si occupa di “problemi economico-finanziari concernenti la cooperazione internazionale” e quindi prevede la sua partecipazione in rappresentanza del Ministero in seno alla delegazione italiana ai comitati finanziari e gruppi di lavoro presso OCSE, FISA, ESO, OIL, UNIDO, Organizzazione meteorologica europea, IUE, FAO, CERN, Cooperazione allo sviluppo presso Consiglio Dell’Unione Europea. Ora con il passaggio alla guida del Demanio la cognata di Gentiloni si troverebbe a gestire un bel pacchetto di interventi del Recovery Found: insomma un ‘affaire’ di famiglia. Ma a spingere sulla nomina dell’attuale dirigente del MES posta nel maggio del 2019, dall’allora ministro Giovanni Tria, a capo del nuovo dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa di investimenti sembrerebbe spuntare anche il nome di Giuseppe Chinè, fresco Capo di Gabinetto del ministro Franco. Un nuovo sponsor molto forte perché vicino al leghista Giorgetti, tanto che il suo CV, di tutto rispetto, planò sul tavolo delle trattative nella scelta del candidato governatore del centro destra alle scorse elezioni regionali in Calabria. Quindi, in una logica anche di equilibri politici, dovrebbe essere sacrificato l’attuale numero uno del Demanio nonostante emergano varie incompatibilità sia politiche che di opportunità con il probabile nuovo numero uno di via Barberini. Nei giorni scorsi hanno fatto rumore le parole del vice ministro dell’Economia, Laura Castelli, che si disse sorpresa dei rumors sulla probabile sostituzione di Agostini. “Francamente mi sorprende un pò. E’ un uomo di Stato che ha sempre servito le Istituzioni con dedizione, spirito di abnegazione e trasparenza”, disse l’esponente del Movimento 5 all’AdnKronos intercettata all’uscita da una riunione alla Camera dei Deputati. “E’ una risorsa per tutto il Paese”, concludeva viceministro all’Economia e delle Finanze. Una presa di posizione forte e non di parte perché Agostini non avrebbe avuto nessun ‘sponsor’ politico per guidare il Demanio. Ora la palla passa al ministro Franco che entro il 13 maggio dovrà ufficializzare le sue decisioni sui vertici delle agenzie fiscali.
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