Nella foto distribuita dalla Polizia di Stato, Alexander Boettcher e Martina Levato, arrestati per aver aggredito con l'acido un 22enne a Milano, 29 dicembre 2014. ANSA/ POLIZIA DI STATO +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++.

Aggressioni con l’acido, Alexander Boettcher condannato a 23 anni

MILANO. Per Alexander Boettcher con il processo ‘bis’ sulle aggressioni con l’acido è arrivata una condanna molto più pesante con rito ordinario con  altri 23 anni di reclusione, per un totale, solo teorico allo stato, di 37 anni di carcere. Una sentenza, emessa quasi a sorpresa dopo solo due ore di camera di consiglio, che è stato accolta con orgoglio e soddisfazione dal pm di Milano Marcello Musso, che aveva chiesto anche di più (26 anni), e con sollievo da Stefano Savi, giovane sfigurato presente in aula: ‘Spero che non esca più di cella’. Il collegio dell’11ma sezione penale, presieduto da Elena Bernante, invece, ha accolto in pieno (è caduta soltanto l’aggravante della crudeltà ed è stato riqualificato una capo di imputazione ‘minore’) l’impianto accusatorio del pm Musso, mentre in aula per il verdetto (il secondo a carico del broker nel giro di 1 anno e 3 mesi) c’erano anche il procuratore aggiunto Alberto Nobili e Maria Josè Falcicchia, capo dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Milano. Oggi Boettcher, in pratica, è stato riconosciuto colpevole dell’aggressione a Savi, sfigurato per uno scambio di persona il 2 novembre 2014, e del tentato blitz contro Giuliano Carparelli, vero obiettivo della cosiddetta ‘banda dell’acido’, composta anche dal presunto basista Andrea Magnani (già condannato a 9 anni e 4 mesi), perché aveva avuto un flirt fugace con l’ex bocconiana Levato. Anche Carparelli, dunque, doveva essere punito come Barbini per permettere, stando alle indagini, a Martina di ‘purificarsi’. In più i giudici hanno riconosciuto l’esistenza dell’associazione per delinquere (motivazioni tra 90 giorni) e, dunque, per via ‘indiretta’ la responsabilità di Alex anche nella tentata evirazione da parte di Martina nei confronti di Antonio Margarito. ‘E’ una sentenza già scritta, ma io sono innocente e lotterò anche in appello’, ha detto Alex ai suoi legali. Nel frattempo, i giudici lo hanno condannato, oltre a 3 anni di libertà vigilata a pena espiata, anche a versare provvisionali di risarcimento: 1,2 milioni di euro a Savi (difeso dal legale Andrea Orabona), 60 mila euro ciascuno al padre, alla madre e al fratello del ragazzo (rappresentati da Benedetta Maggioni), 50 mila euro a Carparelli (con gli avvocati Paolo Tosoni e Chiara Graffer), 10 mila euro a Margarito (con il legale Roberto Parente) e 45 mila euro all’Asl di Milano. Intanto, il gup Roberto Arnaldi ha respinto l’istanza di scarcerazione di Magnani e Martina, come preannunciato dal suo legale, l’avvocato Alessandra Guarini, si prepara ad accusare l’ex amante nel processo d’appello sul caso Barbini che inizierà il 7 aprile. In un memoriale, dopo averlo sempre scagionato, l’ha definito il ‘regista’ dei blitz. I due non si parlano più in carcere e sono ormai anche uno contro l’altro nel procedimento davanti al Tribunale per i minorenni che dovrà decidere sull’adottabilità o meno del loro bimbo nato più di 7 mesi fa.

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