Airaghi: “Non voglio l’indennità parlamentare”. La legge italiana lo obbliga a prendere i soldi

I funzionari della Camera dei Deputati devono essere caduti dalla sedia quando hanno letto la richiesta: rinunciare alla indennità da parlamentare. Alla Camera non si ricordano richieste simili e dopo certosini controlli delle leggi, gli uffici hanno emesso il verdetto: “Non è possibile rinunciare all’indennità perché è prevista da una legge statale”. Una volta che si trova una persona della Casta che vuole rinunciare alla sua indennità si ritrova obbligato a prendere i soldi altrimenti violerebbe la legge italiana. In Italia succede anche questo. Ma la legge è la legge e va rispettata. Ma il neo deputato del Pdl, Marco Airaghi, che due giorni fa ha preso il posto di Antonio Verro (membro del Cda della Rai), non la vuole proprio la sua indennità e scrive addirittura al presidente della Camera, Gianfranco Fini. Lui sottolinea che la sua richiesta non è dettata da un facile populismo, in questo periodo di anti politica, ma dal senso responsabilità: poiché è già pagato dallo Stato per il ruolo di Direttore generale dell’Agenzia Industrie Difesa per Airaghi è contraddittorio essere pagato nuovamente dalla Stato per il suo impegno parlamentare.

“Mi sembra una richiesta logica perché io sto già lavorando per lo Stato italiano alla Difesa”, spiega il neo deputato del Pdl, con un lungo passato tra le file di Alleanza Nazionale. “Non sono un eroe e non sono assolutamente per l’anti-politica e anzi sono molto spaventato dalla demagogia, dal populismo e dall’anticasta”. “Il mio – continua Airaghi – è un gesto assolutamente personale, non giudico e non valuto gli altri perché l’indennità parlamentare è motivata dalla necessità che un deputato sia indipendente e libero da qualsiasi condizionamento ed é dunque comprensibile. Io semplicemente – sottolinea – non mi sentivo di accettare l’indennità perché ho già un altro incarico”. Ma la legge italiana gli vieta espressamente di poter rinunciare all’indennità parlamentare. E così, l’indomito paladino del risparmio della politica, prende ancora una volta carta e penna e scrive al presidente della Camera affinché attivi “gli uffici della Camera per valutare eventuali profili di incompatibilità tra la carica di deputato e il mio incarico alla Difesa in modo tale che, se sarà acclarata un’incompatibilità, io possa fare una scelta”. Ma l’onorevole Airaghi non svela la scelta che potrebbe fare nel caso dovesse essere accertata l’incompatibilità. In attesa potrebbe intascare l’indennità da parlamentare e devolverla in beneficenza o aiutare giovani disoccupati.

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