Nata come riforma del settore agricolo, era diventata anche la risposta, urgente, alle proteste dei trattori, alle prese con i rincari del petrolio. Dopo il via libera della Commissione Ue, è arrivato anche il sì del Consiglio europeo alle linee guida della Politica agricola comune (Pac), piattaforma sulla quale il governo italiano ha giocato, da mesi, un ruolo fondamentale nel proporre meno controlli a carico degli agricoltori, deroghe agli obblighi ambientali per accedere ai fondi Ue e revisioni delle procedure per la modifica dei piani strategici nazionali. “L’approvazione al Consiglio Ue Istruzione della riforma della Pac è una vittoria del Governo Meloni. L’Italia in Europa ha adottato una posizione decisa, presentando un documento a febbraio che esortava la Commissione Ue a riconsiderare politiche ideologiche, mascherate da presunto ambientalismo, dannose per il nostro settore primario”, dichiara in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Dopo l’ok della commissione, arrivata lo scorso 26 marzo, la Pac (che rappresenta di fatto il principale strumento attraverso cui l’Ue regola i sussidi destinati al settore agricolo) è stata approvata in tempi record grazie alla procedura d’urgenza della Germania. La revisione prevede più flessibilità riguardo alcuni obblighi sulle colture e il maggese – le cosiddette condizionalità ambientali – per accedere ai fondi, oltre che un’esenzione dai controlli per le piccole aziende agricole inferiori a 10 ettari. Bruxelles stima che la misura riguarderà il 65% dei beneficiari della Pac. La riforma facilita inoltre la concessione di esenzioni dalle regole «in caso di problemi causati da condizioni meteorologiche estreme».
La legge sarà ora firmata dai rappresentanti del Consiglio e del Parlamento europeo. Verrà poi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione, entro la fine di maggio. Gli agricoltori potranno applicare retroattivamente alcune delle nuove norme relative alle condizionai ambientali per l’anno di dichiarazione 2024.
“La riforma riduce la burocrazia, aumenta la flessibilità e mette al centro l’agricoltura nell’agenda europea. – ha proseguito il ministro – Attraverso un impegno per la formazione, il giusto riconoscimento del lavoro e del reddito, la lotta contro le pratiche sleali e una visione di sostenibilità che abbraccia sia l’ambiente che l’economia e il sociale, stiamo delineando un futuro migliore per il settore agricolo. C’è ancora molto da fare, ma l’inversione di tendenza c’è stata e auspichiamo che possa essere ancora più netta nel prossimo futuro”, spiega ancora il ministro Lollobrigida