Tempo di prepensionamenti e cassa integrazione nel gruppo Editoriale Nazionale, guidato dal presidente Fieg Andrea Riffeser Monti. Un gruppo che manda in edicola Il Giorno (25.098 copie diffuse a marzo 2021), La Nazione (52.146 copie) e Il Resto del Carlino (75.637 copie). E che come Quotidiano Nazionale, con oltre 152 mila copie diffuse a marzo, è il terzo giornale più diffuso in Italia dopo Il Corriere della Sera e la Repubblica. Ci lavorano in totale – al netto dei 36 colleghi destinati al prepensionamento – 256 giornalisti ex articolo 1: 28 al Quotidiano Nazionale; 8 al sito quotidiano.net; 86 a Il Resto del Carlino; 85 a La Nazione; e 49 a Il Giorno. A loro si aggiungono 108 collaboratori fissi e corrispondenti (art 2 e art 12). E ora per tutti è tempo di trattare con l’editore.
L’editore chiede prepensionamenti e cassa integrazione. In particolare per gli articolo 1 – a quanto apprende AdgInforma.it – è prevista a partire dal primo luglio 2021 (e per 18 mesi) una finestra di 36 prepensionamenti su base volontaria e una cassa integrazione di circa quattro giorni al mese (qui la partita è ancora in corso). Ma la novità che ha fatto sollevare il sopracciglio non solo al cdr ma anche a Stampa Romana (che però è fuori dal tavolo come Fnsi) è l’intenzione dell’editore di applicare una cassa a zero ore anche ai 108 collaboratori. Una “novità”, visto che non si sta parlando di una cassa per cessazione attività. Anche perché questi colleghi non hanno un orario di lavoro e vengono pagati a pezzo. Per aggirare l’ostacolo – ed eventuali contestazioni (anche legali) – la richiesta dell’Azienda sarebbe quella di metterli tutti (e non è chiaro come sarà compatibile con l’organizzazione del lavoro) in cassa integrazione a zero ore per un mese. Non certo una buona notizia, insomma, sia per i colleghi che dovranno rinunciare a una mensilità sia per l’Inpgi che – qualora la trattativa dovesse andare a buon fine per il Gruppo Riffeser – sarà gravata da una spesa che possiamo definire quantomeno irrituale… E tutto questo potrebbe diventare un pericoloso precedente per un istituto ormai al collasso.
“Si intende applicare la cassa integrazione a zero ore anche agli articoli 2 e 12”, denuncia una nota di Stampa Romana. “Queste figure contrattuali erano di solito tenute fuori dagli accordi di cassa integrazione anche perché non hanno un orario di lavoro comprimibile con la cassa. Questa novità colpisce 108 colleghi, inclusi giornalisti della sede di Roma. In attesa di verificare come sarà organizzato il lavoro delle redazioni con 108 colleghi in cassa a zero ore sappiamo con certezza che sarà un ulteriore peso sulle casse in sostanziale fallimento dell’Inpgi. Una ulteriore prova del caos del mercato del lavoro giornalistico e di una deriva che non conosce tregua provocata da editori che non esitano – conclude il Segretario Lazzaro Pappagallo – a spremere l’istituto di previdenza, già esangue per stati di crisi e prepensionamenti, fino all’ultima goccia”.